Matera – Una storia incredibile
Matera è entrata nella mia lista dei posti da vedere da pochi anni: da quando, nel 2019, è stata nominata Città Europea della Cultura.
Grazie a questo i media hanno iniziato a parlarne spesso e Alberto Angela ha dedicato una puntata ai Sassi, nel suo programma “Meraviglie – la penisola dei tesori”.
E se lo dice Alberto allora va vista! (Se vi interessa la puntata si può rivedere su RaiPlay, fra le puntate del 2018)
Matera è la versione tutta italiana di una storia di riscatto: in quale altro posto nel mondo sono bastati solo 50 anni per passare da vergogna nazionale a Patrimonio dell’Umanità?
INDICE
ORGANIZZARE IL VIAGGIO
Iniziamo con alcune brevi indicazioni su come ho organizzato il viaggio e dove ho soggiornato.
Volo Pisa – Bari + Treno Bari – Matera (Ci sono anche gli autobus, io ho scelto in base all’orario di arrivo del volo)
Una cosa importante da sapere sui treni da Bari per Matera: NON LI TROVERETE SU GOOGLE.
Spiego meglio: su Google si trovano solo le Ferrovie dello Stato, la linea che va a Matera però è gestita dalle Ferrovie Appulo Lucane. Vi ho messo il link così lo trovate prima. Il viaggio dura poco meno di due ore, con un cambio ad Altamura.
Pernottamento a Matera: B&B Donna Eleonora, su Booking, 40 euro a notte con colazione sontuosa, posizione eccezionale. Segnalo anche la disponibilità e la competenza del proprietario: per me è un dieci.
Spostamenti: i Sassi si possono visitare a piedi o con le escursioni nelle caratteristiche api-calessino. Anche la Murgia Materana si può raggiungere a piedi, attraversando il ponte sospeso. E’ un sentiero breve e facile, alla portata di tutti.
In alternativa ci sono i mezzi pubblici che raggiungono il Belvedere Murgia Timone, o le gite organizzate.
Io ho scelto di muovermi a piedi e servono calzature comode e antiscivolo.
DUE PAROLE SUI SASSI
Due parole sui Sassi:
cosa sono? Sono due vallate con una forma che ricorda vagamente un imbuto poste ai due lati di una collinetta sulla quale è stato costruito il Duomo. Ecco, quello sarà il vostro punto di riferimento: da qualsiasi punto dei Sassi basta alzare lo sguardo per individuarlo, non sono riuscita a perdermi nemmeno io.
Consigli specifici:
– nella vostra visita Casa Noha deve essere la prima tappa per due ragioni semplicissime: 1) fa una panoramica accurata ed interessante sulla storia di Matera 2) è possibile fare la tessera FAI ed avere sconti su altre cose da vedere. (E io quando l’ho vista? L’ultimo giorno, naturalmente. )
– mi raccomando le scarpe comode e con suole antiscivolo, le strade hanno una pavimentazione liscia ed insidiosa, ho visto gente farsi male.
– ristoranti: se volete posti in terrazza o in grotta è meglio prenotare, sono strutture molto piccole, i posti sono limitati. Fra quelli che ho provato vi consiglierei Il Terrazzino per la vista da urlo e La Fedda Rossa per i pomodori cruschi con la burrata e per la tetta di monaca.
– la visita guidata : qui è indispensabile. Prenotata tramite il B&B con Altieri Viaggi al costo di 15 euro per due ore: l’ho trovata interessante ma forse un po’ troppo commerciale – proprio intesa come sosta nei punti vendita. Nell’insieme comunque mi ha dato una panoramica completa con tanto di degustazione, non potrei chiedere di meglio. (Consigliata? Si )
– i fuori programma: ecco, questi sono da considerare. Ci sono una miriade di cose da visitare *meno famose* e spesso i custodi o i negozianti saranno felicissimi di raccontarvi un po’ la loro Matera.
Segnalo il Signor Aldo che si occupa della chiesa rupestre di Santa Maria de Armenis: chiedetegli dei mestoli di legno e sentite cosa vi racconta.
Ma ricorderei anche il signore anziano che mi ha parlato dei falchi grillai, la negoziante che mi ha raccontato dei cucù, il signore che mi ha indicato i fossili nelle mura. E’ un piacere ascoltare tutte quelle storie!!
LA VISITA ALLA MURGIA MATERANA
– la visita alla Murgia materana attraversando il ponte sospeso: è fattibilissima anche per gente poco allenata ma – specie nel primo tratto – le scarpe adatte sono indispensabili. Niente ciabatte o tacchi perché se si cade si rotola fino a valle.
Per chi ha paura dei ponti sospesi questo può essere un bell’ostacolo: non è alto ma balla abbastanza, può spaventare.
Questa passeggiata in questo periodo dà anche la possibilità di camminare nel profumo del timo fiorito – da cui il belvedere ha preso in nome (Murgia Timone).
L’unico punto da cui si può avere una vista globale di Matera è proprio dalla parte della Murgia, perché quando si è nel centro storico non si può guardare da un Sasso all’altro, e dai punti più alti non si può abbracciare l’intera città con lo sguardo.
La Murgia Materana si può raggiungere a piedi, scendendo nella Gravina e risalendo sul lato opposto, oppure si può raggiungere in auto o con i mezzi pubblici. (Questi ultimi però in questo periodo ci sono solo nel fine settimana)
E’ possibile anche fare visite guidate.
Due chicche:
1) risalendo lungo il lato opposto troverete molte grotte, in alcune ci sono ancora gli anelli a cui venivano legati gli animali. Ogni grotta incornicia una vista eccezionale della città.
L’ideale sarebbe restare e guardare il tramonto e la notte che scende ma visto che dovevo rientrare a piedi ho preferito non rischiare, la risalita al buio è un po’ fuori dalle mie capacità.
2) state camminando su un territorio che nella preistoria era il fondo del mare. Guardate in terra, troverete una miriade di conchiglie fossili, un mosaico stupefacente.
DA VEDERE IN CITTA’
Tra le visite che ho fatto:
– il Palombaro Lungo : una cisterna enorme posta esattamente sotto la pavimentazione di Piazza Vittorio Veneto, il cuore del “nuovo” centro storico. Pensate che quando hanno iniziato i lavori per rifare la pavimentazione della piazza la cisterna era piena fino al tetto, si parla di cinque milioni di litri d’acqua di cui nessuno si ricordava più. E’ impressionante.
– la mostra “La persistenza degli opposti” di Dalì: l’esposizione è in un complesso di chiese rupestri, un’idea magnifica. (Troverete varie riproduzioni di Dalì anche sparse per la città)
– la casa grotta di Vico Solitario: per farsi un’idea di cos’era la vita nei sassi.
– il Duomo – o una chiesa qualunque – in cui si riconosce ovunque l’influenza bizantina.
UNA STORIA A LIETO FINE
Nel secondo dopoguerra Matera è finita sotto ai riflettori per le condizioni di vita disumane dei suoi abitanti più poveri.
Le abitazioni nei Sassi erano malsane e sovraffollate, le condizioni igieniche terribili.
Povertà, fame, malattie affiggevano la popolazione, la mortalità infantile era impressionante.
Nel 1945 esce Cristo si è fermato a Eboli, un romanzo-denuncia di Carlo Levi.
Nel libro Matera viene descritta come un vero e proprio inferno, i Sassi paragonati ai gironi dell’inferno dantesco.
I Sassi divennero un problema che non si poteva più ignorare e nel 1948 vennero definiti “la vergogna d’Italia“.
La soluzione fu drastica, i Sassi vennero sfollati ed abbandonati e la popolazione trasferita in nuovi quartieri dotati di ogni comodità.
Per decenni i Sassi sono stati dimenticati, utilizzati come depositi, ricoperti di rifiuti.
Matera è stata dimenticata, fino agli anni ottanta quando i Sassi tornano pian piano a popolarsi ed inizia una sorta di rivoluzione culturale che porta alla nomina a Patrimonio dell’Umanità nel 1993 e alla Matera di adesso.
Una storia a lieto fine che viene raccontata anche a Casa Noha, un progetto del FAI che secondo me dovrebbe essere la vostra prima tappa a Matera.
MATERA E IL SUO PANE
L’ultima cosa di cui vorrei parlarvi è il pane di Matera: mai visto un pane del genere, è ripiegato come se fosse un cornetto, una forma insolita che ha un motivo davvero semplice.
Nei tempi passati i forni per cuocere il pane erano comuni a molte famiglie, e ognuna di queste pagava per l’uso del forno, quindi le famiglie cercavano in ogni modo di ridurre la spesa, aumentando il numero di pagnotte da cuocere.
Più il forno era pieno meno costava la cottura quindi molte famiglie si accordavano per fare il pane nel solito giorno, in modo da abbassare i costi. Questo rendeva necessario distinguere in qualche modo le varie pagnotte ed è così che sono nati i timbri del pane che hanno una parte così importante nella storia della città.
Questa è una storia che dovete farvi raccontare dal signor Aldo di Santa Maria de Armenis, vale la pena ascoltarlo.
La vera innovazione però è stata quella di capire che piegando le pagnotte si poteva raddoppiare lo spazio a disposizione, dimezzando ulteriormente i costi. Nasce così il pane a cornetto che ha anche una caratteristica unica: non ammuffisce. La sua forma particolare e la crosta spessa fa sì che questo pane possa durare per mesi e mesi senza guastarsi, e questa lunghissima durata lo ha reso una base per innumerevoli ricette di cucina contadina.
Insomma: non so se si capisce ma Matera mi ha proprio incantata, è diventata uno dei miei posti del cuore, è un’autentica meraviglia.
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