Dublino in tre giorni
Questo viaggio è nato da un’offerta vista per caso, un volo ad un prezzo così goloso che proprio non potevo perdermelo.
Ryanair Pisa-Dublino a/r a 13 euro, e quando ricapita? (Aprile 2022)
Prendo il volo al volo, e stavolta partirò da sola!
Si, oddio, facciamo così: intanto lo prendo, poi vedo.
Per 13 euro non succede niente se cambio idea, giusto? Se vedo che sono troppo preoccupata posso sempre restare a casa.
Giusto?
GIUSTO?
Una vocina dentro di me continua a dire “Ma sì, posso sempre rinunciare, pazienza, perdo i soldi dell’albergo, ma se proprio devo posso sempre rinunciare”.
Quando sono salita sull’aereo mi sono chiesta “Ma fai sul serio? Ma davvero?” – la parte di me più ansiosa era incredula, lo stavo facendo davvero.
Ammetto che non mi sono ancora del tutto ripresa dallo stupore.
INDICE
QUALCHE INFORMAZIONE SUL VIAGGIO
– volo diretto Ryanair Pisa-Dublino dal 2 al 4 aprile (Gli orari sono molto buoni, si arriva a Dublino la mattina presto e si riparte alle otto di sera, tre giorni quasi pieni)
– bus da Terminal 1 al centro città: ho usato Aircoach per 8 euro. Ci sono anche altre opzioni, tra cui il Dublin Express e il pullman di linea, il Dublin Bus. L’aeroporto è vicino, si raggiunge la città in meno di mezz’ora. Io sono scesa alla fermata di O’Connel Bridge, la fermata più comoda per il centro.
– 2 pernottamenti e prima colazione al Wynns Hotel Dublin prenotato con Booking – assolutamente consigliato. Molto centrale, silenzioso, bell’ambiente.
Qui va aperta una parentesi perché ho trovato gli alberghi di Dublino decisamente cari – questo era quello che costava meno, costava meno pure di un paio di ostelli, ma il prezzo era molto più alto di quello che pensavo.
Se programmate un viaggio a Dublino questa è una cosa importante da sapere.
– escursione alle Cliffs of Moher e Galway prenotata su Booking, 50 euro con Irish Day Tours (Attenzione: la stessa escursione costa ben 15 euro in più se acquistata sul sito dell’organizzatore o su Get Your Guide)
– ingresso alla Old Library del Trinity College prenotata direttamente sul sito
Anche qui attenzione: cercando sui siti italiani di vendita di biglietti si può avere l’impressione che l’ingresso costi oltre 50 euro, in realtà l’ingresso intero costa 18 euro). L’ingresso al complesso del Trinity College invece è gratuito.
– ingresso al Guinness Storehouse acquistato sul posto, 22 euro
– ingresso alla cattedrale di San Patrizio acquistato sul posto, 8 euro
Dublino è una città che si gira comodamente a piedi ma ho notato una fitta rete di trasporti pubblici, in caso di bisogno.
Sugli autobus si può fare il biglietto direttamente a bordo. Un consiglio: portatevi dietro gli spiccioli, vi serviranno a pagare l’importo preciso e a creare meno problemi con il resto. In alternativa accettano anche le carte.
IL MIO ITINERARIO GIORNO PER GIORNO
SABATO
Arrivo presto in città, scendo alla fermata di O’Connell bridge e inizia la visita.
A quell’ora è ancora tutto chiuso, i gabbiani sono i padroni della città.
Passeggio nella zona più vivace alla ricerca di un posto per fare colazione: tutto chiuso, sono praticamente da sola.
Dublino è una città che si sveglia tardi.
Fortunatamente mi imbatto in un mercatino a Temple Bar e mangio la cheescake più buona di tutti i tempi: limone e meringa, soffice come una nuvola. Il food market a Temple Bar lo trovate il sabato fino alle 16 in Meeting House Square: le bancarelle sono poche ma la cheesecake merita una sosta.
Temple Bar è considerato un po’ il cuore di questa capitale: è un quartiere affascinante di strade lastricate e locali con facciate coloratissime, fra cui spicca quella del The Temple Bar, di colore rosso brillante.
Questo pub è un’icona di Dublino, è il più fotografato e conosciuto. E probabilmente anche il più frequentato dai turisti, per cui mi sono limitata ad un’occhiata all’interno.
Passeggiando in questa zona sembrerebbe di poter dire che è sempre stata così, vivace e strapiena di locali, ma in realtà fino all’inizio degli anni novanta questo era un vero e proprio ghetto, talmente pericoloso che avevano deciso di abbatterlo per far posto alla stazione degli autobus. Fortunatamente hanno cambiato idea!
Un piccolo suggerimento per visitare la zona: non perdetevi le viuzze secondarie. In alcune potete trovare scorci della Dublino medievale, in altre ci sono graffiti e piccole opere d’arte molto divertenti da scovare.
Arrivo all’Ha’penny Bridge e attraverso il Liffey per dare un’occhiata alla città dal fiume.
L’Ha’penny bridge è un ponte pedonale, il suo nome (Half Penny bridge) richiama il pedaggio – mezzo penny, appunto – da pagare per poterlo attraversare. E’ un ottimo punto di riferimento, da individuare anche da lontano.
Torno nella zona di Temple Bar e provo a cercare la statua di Molly Malone – il punto d’incontro previsto per l’escursione di domenica mattina. Molly Malone era una pescivendola dalla doppia vita, protagonista di una nota canzone popolare. La statua la raffigura con il carretto del mercato ed è un ottimo punto di riferimento: si trova a pochi metri dell’Ufficio informazioni turistiche.
Visto che il tempo è bellissimo decido di visitare i due parchi principali: St. Stephen’s green e Merrion Square.
Percorro Grafton Street, il corso principale di Dublino e raggiungo St. Stephen’s green dove segnalo un centro commerciale stupendo, inserito in una struttura che ricorda una serra.
Successivamente raggiungo Merrion Square: è un piccolo parco circondato da meravigliose residenze georgiane. Segnalo in particolare le coloratissime porte immortalate in mille foto e per la statua di Oscar Wilde..
Dopo i parchi mi sono avviata verso il Trinity College dove avevo prenotato l’ingresso per visitare la Old Library.
Quella già da sola vale il viaggio, è un paradiso di libri e carta, un vero e proprio tempio.
La Old Library è ospitata nella Long Room, una stanza lunga ben 65 metri, interamente foderata di libri: il colpo d’occhio toglie il fiato.
Notevole il Libro di Kells, i vangeli in latino realizzati dai monaci irlandesi nel VI secolo.
Una piccola chicca: nella Long room è esposta l’arpa di Brian Boru, mitico Re d’Irlanda.
In mezzo a tutta quella magnificenza passa un po’ in secondo piano ma è il simbolo dell’Irlanda e non solo. La birra Guinness infatti ha scelto per prima il simbolo dell’arpa, nel 1862 e quando il governo irlandese ha voluto il solito simbolo ha dovuto rovesciarlo, per non copiarlo.
L’arpa si trova sulle monete e pure sulla coda degli aerei Ryanair, gli “spostapovery” che amo tanto.
Molto bello anche il complesso del Trinity college, con parchi pieni di fiori e di gente.
Dopo la visita sono andata a fare un giro in O’Connoll street fino allo Spire (ehm brutto per me)
Poi ho lasciato alcune cose in albergo e sono ripartita in direzione della cattedrale di St Patrick anche se per visitarla era già tardi.
Lungo la strada ho visitato i giardini della Christ Church, poi quelli di St Patrick e infine sono andata a vedere il Castello di Dublino (quasi del tutto chiuso per ristrutturazione).
Subito dietro al castello c’è il delizioso Dubh Linn Garden. (Dubh Linn in gaelico significa stagno/pozza nera, probabilmente un’ansa del fiume Liffey ha dato il nome alla città.)
Si è fatta l’ora di cena e riattraversando Temple Bar decido di fermarmi al The Quays Bar.
A piano terra musica dal vivo e un marasma di gente, al primo piano ristorante non ancora affollato: perfetto! Scelgo uno stufato tradizionale irlandese: discreto, ma si può senz’altro trovare di meglio.
Una cosa da sapere: qui cenano davvero presto, in molti locali la cucina chiude alle 19 e poi restano aperti, ma solo per bere.
DOMENICA
Oggi ho in programma l’escursione con Irish day tours alle scogliere di Moher e a Galway.
Ho acquistato l’escursione su Booking a 50 euro. La stessa escursione sul sito del TO e su Get Your Guide costava 15 euro in più – non immaginavo differenze simili.
Mi alzo presto e raggiungo il punto di incontro (La statua di Molly Malone) attraversando una città vuota e vagamente apocalittica, piena di rifiuti e di gabbiani cattivissimi, grossi come cani.
Raggiungiamo verso le 11 il centro visitatori delle scogliere e da lì nelle due ore a disposizione esploro un lungo tratto e salgo sulla torre di O’Brian.
Il tempo è bellissimo, le scogliere tolgono il fiato. In alcuni punti più esposti mi tremano le gambe per l’altezza, sono davvero emozionanti.
Gli uccelli nidificano sulle pareti scoscese, ci sono centinaia di migliaia di nidi e i richiami sono così forti che soffocano il rumore del mare. Sono uno spettacolo grandioso, patrimonio dell’umanità: le scogliere e l’area del Burren sono un geoparco con caratteristiche uniche.
La tappa successiva del tour è proprio il Burren, la “terra rocciosa”.
Di colpo i prati ed i pascoli si trasformano in una lastra di roccia grigia, solcata da fenditure profonde. L’intero paesaggio è fatto pietra e mare, ma nelle fessure della roccia si nascondono dei veri e propri micro giardini naturali.
Passerei la giornata solo ad esaminare quelli, ogni alberello qui è un bonsai e in ogni buca si nascondono fiori di ogni genere.
Per il pranzo ci fermiamo in un pub a Doolin e qui assaggio il Seafood chowder: DIVINO.
Davvero. Potrei anche mangiare solo quello per il resto della mia vita. (No, forse no, ma quasi)
L’ultima tappa è a Galway, vivace e colorata, piena di musica. Giusto un assaggio, ci fermiamo solo per un’oretta, in poco tempo ho visto soltanto la via principale e un mercato contadino pieno di cose gustose.
Rientriamo a Dublino per le 19 e decido di andare a cena con due compagne di viaggio conosciute sul pullman: la scelta cade sul Brazen Head, il locale più antico d’Irlanda. (Dal 1198)
L’atmosfera è proprio quella che immaginavo, legno scuro, una gran quantità di cose di ogni genere attaccate alle pareti, caminetti accesi e musica irlandese (Dal vivo ogni sera, ma si deve prenotare per avere un tavolo nella sala principale)
LUNEDI
Oggi il programma prevede la Cattedrale di San Patrizio e la visita alla Guinness Storehouse – praticamente i due luoghi simbolo della città.
La cattedrale è la prima tappa – ingresso 8 euro con audio guida.
In questa chiesa secondo la leggenda San Patrizio battezzava i fedeli attingendo acqua da un pozzo senza fondo e predicava usando i trifogli per raffigurare la Trinità (Per questo il trifoglio è uno dei simboli più conosciuti dell’Irlanda).
All’interno della chiesa sono sepolti Jonathan Swift e sua moglie, lui è stato decano di St. Patrick. I suoi sermoni erano leggendari, si narra che durassero ore che lui si divertisse a risvegliare bruscamente la gente che si addormentava.
Successivamente raggiungo il Guinness Storehouse, che resta piuttosto in periferia.
La visita al museo Guinness costa 22 euro e li vale tutti secondo me. L’esposizione è suddivisa in sette piani e si impara proprio tutto sulla Guinness, dalla fabbricazione alla degustazione.
La vista dal roof bar del settimo piano poi è davvero attraente – il posto ideale dove gustarsi una bella Guinness (Una pinta è compresa nel biglietto d’ingresso).
Una cosa da sapere: al roof bar non servono da mangiare, quindi se fate come me vi bevete un bel bicchierone di birra a stomaco vuoto. Si regge benissimo, è vero, ma ecco, portatevi un pacchetti di patatine per non rischiare.
Due curiosità su questo posto:
– a piano terra potete trovare una teca nel pavimento che contiene il contratto d’affitto di questo stabile. Un contratto della durata di 9.000 anni. Pazzesco, no? E’ nel Guinness dei primati come contratto più lungo del mondo.
– a proposito di Guinness world record, indovinate un po’ perché si chiama così?
Perché il libro è nato qui, nel 1955, frutto di un idea di Sir Hugh Beaver, AD della Guinness.
Insomma, per me è una tappa imperdibile.
Per il pranzo mi riavvicino alla zona di Temple bar e mi prendo un bel Seafood Chowder al Gallagher’s Boxty house: mammamia!! Mi viene fame solo a ripensarci! Anzi, se avete ricette collaudate passatemele perché non posso aspettare di tornare là per mangiarlo di nuovo.
Dopo pranzo prendo in considerazione la possibilità di arrivare al Grand Canal dock, la parte moderna della città ma la scarto causa “ansia da ritorno in aeroporto” e resto nei paraggi, facendo un’altra passeggiata in Grafton street a guardare un po’ di vetrine.
Per rientrare in aeroporto rincorro ogni pullman Aircoach che vedo – no, scherzo, ne rincorro solo due – e arrivo senza incidenti alla fine del mio primissimo viaggio in solitaria.
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