Bari in un giorno – toccata e fuga con Ryanair
Da quando le compagnie low cost sono entrate nella nostra vita ho sempre guardato con curiosità a chi prendeva l’aereo per fare una gita in giornata.
Pazzo? Si, può essere, ma perché non provare almeno una volta?
Alla fine – complici anche le tariffe golose di Ryanair mi sono lanciata e vi racconto la mia gita da un giorno in Puglia, a Bari.
Inizio con una cosa che può tornare utile ai lettori toscani interessati ad un’esperienza del genere: ad oggi (Gennaio 2022) ci sono tre mete da Pisa con voli comodi per una gita in giornata e sono Bari, Cagliari e Catania. Se state attenti alle varie offerte troverete facilmente i biglietti a 5 euro a tratta.
In tutti e tre i casi l’aeroporto è molto vicino al centro città, si minimizzano le perdite di tempo legate agli spostamenti
Ma adesso parliamo di Bari.
COME ARRIVARE
Il volo Pisa-Bari dura poco più di un’ora. Arrivati all’aeroporto c’è solo l’imbarazzo della scelta di mezzi per raggiungere il centro.
Il più economico è l’autobus di linea, che però fa un gran numero di fermate.
Visto che nel mio caso il tempo era poco ho scelto di arrivare in città con un bus navetta degli Autoservizi Tempesta
Il biglietto si fa a bordo, costa 4 euro a corsa ed il tragitto fino al capolinea dura circa 30 minuti.
Io ho scelto di fermarmi ad una fermata intermedia, in Via Niccolò Piccinni, la più vicina a Bari Vecchia, la mia prima tappa.
Per il ritorno invece ho scelto il treno, tragitto di circa mezz’ora, costo 5,10 euro. La stazione per il treno per l’aeroporto è di fianco a alla stazione dei treni per le altre destinazioni.
Visto il poco tempo a disposizione ho stabilito delle priorità – e come al solito riguardano il cibo.
Volevo:
– vedere le signore delle orecchiette
– vedere i pescatori di polpi, e magari assaggiare il polpo crudo a n’derr a la lanze
– mangiare le orecchiette con le cime di rapa
Ehm, diciamo che non sono partita con l’idea di visitare chiese e musei, volevo solo dare un morso – letteralmente – ad una città nuova.
COSA VISITARE
Bari si gira benissimo a piedi, ci sono numerose zone pedonali, la città vecchia è tutta pedonale. I vari punti di attrazione sono molto vicini l’uno all’altro,
BARI VECCHIA
Già solo quella vale il viaggio. Bari vecchia è un parco giochi per curiosi fatto di vicoli, archi, corticelle e orecchiette.
Un centro storico stupendo, raccolto, con favolose mura vista mare e con angoli pieni di colore.
Sono entrata nel centro storico dalla zona del Castello Svevo ed ho trovato subito alla mia destra la famosa “Via delle orecchiette” (Che in realtà si chiamerebbe Via dell’arco basso)
Impossibile sbagliarsi, i banchetti di pasta fresca si vedono da lontano.
Le orecchiette sono un formato di pasta tipico della Puglia e qui è possibile vedere quando le fanno.
Le signore delle orecchiette infatti lavorano la pasta su tavolini improvvisati messi davanti alla porta delle loro case.
La via avrebbe dovuto essere piena di pasta messa a seccare e di chiacchiere ma il maltempo ha costretto in casa queste signore e io mi sono trovata ad osservarle dalle finestre mentre lavoravano nelle loro cucine.
Si, lo so, suona un po’ da stalker, si, ma ci sono abituate, è il loro lavoro.
Formavano dei quadretti molto belli da vedere, in alcuni casi al tavolo c’erano tre generazioni di donne ed era un piacere guardare le mani svelte al lavoro mentre le donne scambiavano quattro chiacchiere. Scommetto che fare le orecchiette non è semplice come sembra, vero?
Passeggiando di banchetto in banchetto ci si inoltra nelle viuzze del centro storico scoprendo una meraviglia dopo l’altra.
La pietra bianca di cui sono fatte le case e le strade è splendente, tirata a lucido (giuro, ho visto una signora che passava lo straccio sulla strada davanti a casa sua).
Nell’aria c’è profumo di bucato, l’ho trovato davvero piacevole ed insolito.
Una curiosità: non potrete fare a meno di notare che le strade possono essere pavimentate di bianco o di nero.
Le strade bianche portano verso il centro, le nere verso le chiese.
Quando le strade non avevano un nome i passanti si orientavano così, grazie alle edicole votive e alla pavimentazione delle strade.
Sulle edicole votive va fatto un discorso a parte, sono piccoli capolavori di cura e attenzione, piccoli punti di attrazione da cercare sotto agli archi e nelle corti in una specie di caccia al tesoro.
Camminando senza meta ho fatto in modo di trovare uno dei forni storici di Bari, il Panificio Santa Rita dove ho fatto la prima merenda con focaccia pugliese: unta e gustosissima, impossibile mangiarla senza sporcarsi.
Faccio una piccola pausa in Largo Albicocca – che probabilmente è molto più pittoresco quando c’è gente.
Una curiosità su questo posto: la prima cosa che si vede arrivando è la targa di Ikea. Si: ho fatto la vostra stessa faccia. Che c’entra Ikea in una piazza?
Beh, Ikea in occasione del 10 anniversario di Ikea Bari ha donato alla città la riqualificazione di questo luogo, trasformandolo in un orto urbano.
Questa cosa mi ha colpito molto, continuo tuttora a pensarci, è un modo per diventare indimenticabili.
La tappa successiva è stata il Duomo – la Cattedrale di San Sabino. Una cosa particolare di questa chiesa va cercata nel decoro del pavimento.
Il rosone sul pavimento ricalca alla perfezione il disegno creato dal sole che entra in chiesa dal rosone in facciata nel giorno del solstizio d’estate.
Mi piacerebbe vederlo, mi piacciono questi risvolti “pagani” nascosti ovunque nelle cattedrali di tutta Europa.
Qui trovo anche il primo matrimonio della giornata, non sarà l’unico.
Dalla Cattedrale di San Sabino si arriva in pochi passi alla Basilica del santo patrono, San Nicola.
Qui bisogna fare una piccola parentesi: San Nicola non è un santo come gli altri.
E’ venerato sia dai cattolici che dagli ortodossi – creando una situazione davvero bizzarra nella sua chiesa.
Ma non è questa la cosa più particolare che lo riguarda.
San Nicola è un santo venerato in molti paesi ed è patrono anche della città di Amsterdam, dove prende il nome di Sinterklaas.
Forse questo vi suonerà familiare, quindi aggiungerò che i coloni olandesi lo hanno portato pure nel nuovo mondo, nel loro insediamento di New Amsterdam.
Sinterklaas portava i doni ai bambini con l’aiuto dei suoi pieten.
New Amsterdam poi è diventata la città di New York, Sinterklaas è diventato Santa Klaus: si, avete capito bene, è Babbo Natale!
Non è una storia da raccontare?
Come vi ho anticipato anche la Basilica di San Nicola racchiude una vera chicca mai vista prima: è una chiesa multipiano.
Entrando ci si trova nella parte destinata al culto cattolico – con immancabile matrimonio in corso, ma basta scendere le scale ed entrare nella cripta per entrare anche in un altro mondo: accanto a dove riposa il corpo di San Nicola c’è la parte destinata al culto ortodosso.
Atmosfera completamente diversa, preghiere diverse, immagini diverse.
Basta scendere le scale per trovarsi in una chiesa qualunque della Grecia, ad esempio, o dell’Europa dell’est. Un vero e poco viaggio in pochi passi.
Uscendo dalla Basilica mi basta svoltare e salire una scaletta per ritrovarmi sulle mura cittadine con una splendida vista sul lungomare.
Via Venezia è una via pedonale curatissima dove si affacciano casette affascinanti. Una in particolare si vede spesso su Instagram: vasi coloratissimi, fiori, bandiere, un angoletto un po’ hippy. Basta davvero un po’ di creatività per diventare un punto di attrazione.
QUARTIERE MURATTIANO
Proseguendo lungo Via Venezia e scendendo in città ci si ritrova in Piazza del Ferrarese, il salotto buono della città. Segnalo anche lo Spazio Murat, galleria d’arte e negozio di design pugliese. Bellissimo e pieno di colori.
Esce il sole, finalmente, e mi dirigo verso il Teatro Margherita, o meglio al molo dietro al teatro, conosciuto come n’derr a la lanze (Dietro alle lance)
Qui spero di trovare il mercato del pesce e i pescatori che sbattono i polpi appena pescati per renderli teneri.
Spero anche di poter assaggiare i ricci di mare crudi, mai mangiati in vita mia, ma trovo solo un gruppo di pescatori con gli stivaloni che beve birra e chiacchiera. Forse sono arrivata tardi, o forse oggi non sono proprio usciti a causa del maltempo, mi toccherà tornare.
Pazienza, mi godo il mare e il sole, e la vista sul Teatro Margherita che da qui svela la sua particolarità.
E’ un teatro SUL mare. Non si affaccia sul mare, è proprio costruito su palafitte sull’acqua.
Il motivo di questa stranezza in realtà è più semplice di quello che si possa pensare: era stato stabilito dalle autorità che non dovessero essere costruiti altri teatri sul territorio cittadino.
Ma nessuno aveva vietato di farli sul mare: detto, fatto!
Passeggiando viene fame, quindi inizio a cercare il posto che ho scelto per il pranzo, il ristorante Terranima di cui ho letto ottime recensioni: assolutamente promosso.
Le mie prime orecchiette alle cime di rapa sono gustose come me le aspettavo, e colgo l’occasione anche per assaggiare un ottimo dolce tradizionale barese, lo sporcamuss.
Una curiosità su questo dolce: il nome deriva dal fatto che è impossibile non sporcarsi la bocca mentre si mangia: sporca-musi. Ed effettivamente io non faccio eccezione.
Dopo pranzo mi prendo tutto il tempo per guardare un po’ di vetrine ed esplorare negozi: faccio una passeggiata in Corso Cavour e in Via Sparano.
Impossibile non notare quanto sia diversa qui la città: strade dritte, una mappa che raffigura una scacchiera perfetta.
Quando mi ritrovo davanti a Palazzo Mincuzzi mi torna in mente un po’ Parigi, e non posso davvero fare a meno di entrare a sbirciare, per vedere se dentro assomiglia un po’ alla Galleria Lafayette. (No, ma merita un’occhiata).
Passeggiando passo davanti al Teatro Petruzzelli, uno dei teatri più grandi ed importanti d’Italia – avrei voluto visitarlo ma non erano previste visite guidate per quel giorno. Vi ho messo il link della fondazione, con tutte le istruzioni per organizzare la visita.
Il tempo intanto è instabile, e quando piove mi infilo nei negozi a curiosare o nelle pasticcerie a fare spuntini (Segnalo i pasticciotti di Martinucci Laboratory e i dolci coloratissimi di Lillà)
Passo da Piazza Mercantile, riconoscibile per la colonna infame. Questa colonna era la gogna pubblica, posta in una delle piazze principali, per esporre i colpevoli e per dar loro la massima visibilit.
La città vecchia mi richiama e mi concedo un ultimo giro, per vedere le luminarie di San Nicola.
La sera la città vecchia è ancora più suggestiva, non verrei mai via.
Una giornata veramente piena e densa di cose da vedere – e da gustare.
Bari si presta molto bene a questo genere di turismo da un giorno: l’aeroporto è collegato benissimo ed è vicino alla città, la città stessa è veramente accogliente ed interessante.
Mi è piaciuta tanto che ci sono tornata pochi mesi dopo con un gruppo di amiche: da questa seconda esperienza segnalo la favolosa Tiella (Riso con cozze e patate) da Antò.
E i fantastici panini di Mastro Ciccio (E l’ancora più fantastico staff, che ci ha divertite e coccolate come regine)
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