Petra – Nella gola della luna crescente
Quando penso a Petra la prima cosa che mi viene in mente è questa:
“Lasciate che mi conducano alla tua montagna sacra nel luogo dove dimori, attraverso il deserto e oltre la montagna, nella gola della luna crescente, al Tempio dove la coppa che contiene il sangue di Gesù Cristo risiede per sempre”.
Una mappa del tesoro senza i nomi, un libretto di appunti, una leggenda affascinante.
Sto dando di matto? No, vi spiego: il mio amore per Petra è nato ancor prima di sapere che esisteva davvero.
Sono cresciuta guardando i film di Indiana Jones e 30 anni fa ho visto Petra per la prima volta in “Indiana Jones e l’ultima crociata”.
Nel film il Tesoro era il tempio in cui era custodito il Sacro Graal e lo ammetto: ho pensato per anni che fosse una finzione cinematografica.
Ma vi pare possibile? Un edificio così bello scolpito nella roccia rossa, una gola così stretta per raggiungerlo.
Non esistono posti del genere: se lo sono inventato, per forza!
Immaginate la sorpresa quando ho scoperto che esisteva davvero.
Per un motivo o per l’altro però la Giordania è sempre stata appena fuori dalle mie possibilità, fino a quando non abbiamo colto l’occasione di un ottimo volo in offerta.
Trent’anni dopo il primo “incontro” finalmente ho potuto percorrere il Siq e trovarmi davanti al Tesoro: un altro sogno diventato realtà.
Petra si trova in Giordania, ed è una delle sette meraviglie del mondo moderno.
INDICE
MA COS’E’ PETRA?
Petra si trova in Giordania, ed è una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Petra – dal greco pietra – è un grande sito archeologico perfettamente nascosto fra le montagne, nel sud della Giordania.
Il modo più diretto per arrivare è quello dalla città di Wadi Musa dove si trova il Centro Visitatori e l’ingresso al sito.
Ci sono poi altri ingressi, ne segnalo uno in particolare dal lato Monastero, in cui però conviene essere accompagnati.
Gran parte del sito si sviluppa in una valle ben nascosta, a cui si accede attraversando una stretta gola, un siq, nella lingua locale.
Quando dico “grande” intendo davvero grande: per darvi qualche misura posso dirvi che dal centro visitatori al Tesoro ci sono 2 chilometri e mezzo.
E quando siete al Tesoro siete appena all’inizio!
Forse vedendo il centro visitatori – moderno ed un po’ banale – sarete leggermente delusi come me, ma vi assicuro che basta scendere nel Bab al Siq per ritrovarsi in un’atmosfera da romanzo.
Bab al Siq significa “La porta della gola” e già lungo questa strada si possono vedere le facciate, le grotte e le tombe scolpite nella roccia che rendono questa città così speciale.
Camminare nella luce del primo mattino fra queste rocce colorate fa sembrare ancora piu suggestivo l’ingresso nel Siq: un canyon stretto fra alte pareti di roccia colorata e modellata dall’acqua.
E ovunque le tracce dei Nabatei, che hanno fatto di questo posto la via d’ingresso ad una città ricca e prospera.
La bellezza di Petra è la sua unicità: i Nabatei hanno scolpito i loro palazzi direttamente nella pietra delle montagne, e la loro posizione li ha protetti dall’erosione e dall’azione del tempo.
La pietra poi è già speciale di per sè, ha delle venature e dei colori mai visti, decorazioni naturale di una bellezza esagerata.
Petra la chiamano la città rosa, ma il rosa è l’ultimo dei colori che mi viene in mente per descriverla.
IL SIQ
Il Siq è la via d’ingresso alla città: non mi viene in niente di più scenografico, una gola che taglia le montagne, pareti di roccia incombenti.
Petra è nata proprio per la sua posizione eccezionale: sulle sorgenti del fiume Wadi Arabia, in uno dei valichi naturali più comodi per essere attraversate dalle carovane commerciali.
Petra, così ricca ed elegante, è nata proprio come stazione di riposo e rifornimento delle carovane, che pagavano un pedaggio per poter godere di queste agevolazioni.
Camminare nel Siq già di per sè è un’esperienza : rocce levigate dall’acqua, pareti altissime e una striscia di cielo azzurro sulla testa.
Ai lati corrono le condotte dell’acqua e sulle pareti laterali si trovano spesso bassorilievi e nicchie votive. A volte sono conservate in modo splendido, altre volte si possono solo intuire, consumate dall’erosione dell’acqua e del tempo.
IL TESORO
E poi improvvisamente il Siq finisce, e ci si trova a bocca aperta ad ammirare il Tesoro (Al Khazneh in arabo).
Non importa quante foto ho visto, quanti documentari: l’emozione toglie il fiato. Non ho mai visitato un sito archeologico così bello.
Ed era proprio quella la funzione del Tesoro: doveva impressionare i visitatori e anche adesso, dopo duemila anni, l’effetto è assicurato.
Tra l’altro la facciata del Tesoro è anche una delle meglio conservate del sito, perchè la montagna in cui è stato scolpito l’ha protetto efficacemente da vento e pioggia.
In alcuni punti sono ancora visibili i bassorilievi che decoravano la facciata.
Tra questi segnalo il motivo di fiori sull’architrave, che forse riconoscerete sui bracciali d’argento che vendono ovunque.
CONSIGLI PRATICI PER L’INGRESSO
Il momento più scenografico per vedere il Tesoro è quando il sole lo illumina completamente – indicativamente fra le 9 e le 11 di mattina.
Nel sole del tardo pomeriggio invece si possono ammirare meglio i colori caldi e luminosi di questa pietra.
Se volete vederlo in solitudine, o quasi, vi consiglio di entrare prestissimo, il parco apre alle sei di mattina.
E’ possibile anche vederlo di notte, illuminato da candele e giochi di luce. Per questo però è necessario un biglietto a parte, non compreso nel Jordan pass e acquistabile anche direttamente dalle reception degli alberghi.
Lo spettacolo si chiama Petra by night e lo fanno il lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 20:30 all 22:00. costo a persona17 jd.
Forse avevo aspettative troppo alte, e la maleducazione dei partecipanti ha fatto il resto: a me non è piaciuto granchè, anche se l’idea è buona.
Il siq illuminato solo dalle candele comunque è splendido, merita di essere visto.
Se volete vedere il Tesoro dall’alto segnalo la presenza di una serie di punti panoramici più o meno comodi da raggiungere.
I beduini che troverete di fronte al Tesoro vi offriranno la loro guida per accompagnarvi.
Noi siamo saliti da un sentiero subito a sinistra del Tesoro ( Agg. Settembre 2019 – pare che sia stato chiuso, aspetto notizie più precise) e posso dirvi che non è proprio agevole nè adatto a tutti.
Se soffrite di vertigini o se avete problemi motori non è il caso di salire da lì.

Vista vertiginosa
Chiedete sempre informazioni a chi si propone per accompagnarvi, e se vi parlano di un tragitto troppo breve – 10 minuti ad esempio – significa che vogliono farvi arrampicare come capre.
Bellissima vista, ne vale la pena, ma è meglio sapere prima come sarà il sentiero.
PETRA – IL SIQ ESTERNO
Come dicevo sopra una volta arrivati al Tesoro siete appena all’inizio!
Il sentiero continua svoltando a destra e si apre su una valle molto grande e assolata.
Nella mia testa c’era un’idea del tutto campata in aria: secondo me Petra era il Tesoro e poco altro.
Certo, ho studiato, mi sono documentata, ho letto guide e guardato un sacco di foto ma per quealche motivo ero convinta così, quindi quando mi sono affacciata sul Siq esterno mi sono resa conto di colpo di quanto fosse grande realmente.
E di quanto fosse speciale!
LA STRADA DELLE FACCIATE
Lungo la strada delle facciate le montagne ai lati della valle sono una continua sorpresa: edifici imponenti scolpiti nelle pareti della valle, scale, buchi che portano a stanze scavate nella pietra, meravigliose venature di roccia.
Davvero, non saprete dove girarvi, è tutto così insolito e inaspettato che non saprete su cosa concentrarvi, ed è per questo che è utile avere un’idea chiara del percorso che si vorrebbe fare.
Prima di entrare non sembra possibile ma vi assicuro che qui camminerete per decine di chilometri e non riuscirete a vedere tutto!
Ci guardiamo intorno pieni di meraviglia, entriamo nel teatro – costruito dai Nabatei ma in puro stile greco.

Il teatro
E’ un teatro enorme, poteva ospitare più di 8.000 persone ed è completamente scavato nella roccia.
Attraversiamo la vallata per salire alle Tombe reali e saliamo fino alla Tomba dell’urna, bella da togliere il fiato.

La strada delle facciate
La roccia in cui sono scavate queste facciate sontuose ha mille sfumature, in alcuni punti ricorda in modo vivido le venature del legno d’olivo, non ho mai visto niente del genere prima. Alcune sono rosse, striate, colori mai visti.
Da qui si ha la visuale su tutta la vallata, possiamo vedere le rovine romane, fino al punto da dove si inizia a salire sulla montagna per andare a vedere il Monastero.
PETRA PROVINCIA DELL’IMPERO ROMANO
Attraversiamo la vallata sotto al sole rovente, le rovine qui sono familiari: una strada, un colonnato, i resti di un’antica porta monumentale.
Un enorme albero di pistacchio crea una zona d’ombra fresca e scura, e proprio di fianco all’albero i resti di una grande fontana risalenti all’epoca romana.
E’ difficile anche immaginarla in questa valle così arida e battuta dal sole.
Il Ninfeo segnava l’inizio della strada colonnata che arrivava alla porta di Traiano, altre colonne, templi erosi dagli elementi.
La strada che stiamo percorrendo era il decumano massimo. Petra romana doveva essere una città molto grande ed è rimasto ben poco del suo splendore.
Petra ha avuto un ruolo primario nell’impero romano, poichè sotto Diocleziano divenne una delle capitali delle province in cui era diviso.
Con la fine dell’impero inizia un lento declino, finchè nel 749 D.C. un terremoto disastroso dette il colpo di grazia alla città, che iniziò a spopolarsi.
Dopo vennero tutta una serie di conquiste e riconquiste, le Crociate, le occupazioni.
E poi il niente per oltre cinque secoli.
Di questa città il mondo aveva perso pure la memoria.
Per tutto questo tempo Petra ha dormito, al riparo delle sue montagne.
Sembra un po’ una fiaba, no? Solo che qui non c’è una principessa addormentata da risvegliare ma una città intera.
E se mi emoziono io che la visito nel 2019 chissà cosa deve essere stato per Johann Ludwig Burckhardt, il viaggiatore che la riscoprì nel 1812.
LA VIA DEL MONASTERO
Arriviamo infine all’inizio della salita per raggiungere il Monastero. Ci aspettano più di 800 gradini irregolari, vediamo il nostro sentiero che sale e che scompare sulle alture.
Decidiamo che è il caso di fare una tappa per bere un succo di cocomero fresco e dolce , prima di iniziare percorso più faticoso della giornata.
Indicativamente il tempo di salita – considerando anche le soste – è di circa un’ora.
Ogni monumento della valle prende il nome da alcune sue caratteristiche o da leggende legate ad esso. Nel caso del Monastero le croci del periodo bizantino incise nelle stanze interne hanno fatto pensare ad un edificio religioso, ma non sappiamo ancora che funzione avesse quando è stato scolpito.
Il sentiero per raggiungerlo è lungo, ma fortunatamente è piuttosto ombreggiato, gli scalini sono irregolari ma non difficili da percorrere.
Il percorso nel complesso è facile e alla portata di tutti, anche se va messa in conto una certa resistenza a caldo e fatica.
Ci fermiamo spesso, e ogni tanto troviamo gatti da coccolare.
Verso la fine della salita troverete un gruppo di bancarelle affacciate su un bel panorama: se guarderete la montagna davanti a voi riuscirete finamente a distinguere la vostra meta.
Da uno spiraglio fra le rocce si vede finalmente l’urna, la meta ormai è vicina!
Percorsi gli ultimi scalini finalmente ci affacciamo su una spianata e il Monastero ci appare per intero: splendido, enorme, solitario.
Saliamo su alcune alture di fronte per vederlo meglio, e troviamo grotte e ripari.
Scopro con sorpresa che incisa nella roccia davanti alle grotte ci sono dei disegni: probabilmente sono giochi, con scacchiera ed incavi per le pedine. Da qui la vista è ancora più bella, non posiamo non scattare qualche foto ricordo, ci sentiamo come scalatori arrivati in vetta!!
Facciamo poi una pausa per il pranzo nel localino piazzato strategicamente di fronte al monastero e mentre mangiamo notiamo del movimento in alto, vicino all’urna.
Ci sono dei ragazzi che si sono arrampicati fin lassù e adesso saltano da un cornicione all’altro, a decine di metri da terra. (Nel punto più alto questa facciata misura 45 metri)
Li guardiamo fare le acrobazie, leggo sulla guida che per i ragazzi che vivono in quest’area è un passatempo molto praticato. Davvero terrificante.

Un salto pazzesco
Segnalo anche un’altro piccolo edificio, che si raggiunge con una piccola deviazione dalla base delle scale per il Monastero: il Triclinio dei Leoni.
Il percorso per arrivare qui è breve ma piuttosto “wild”, si passa attraverso spaccature delle rocce e sotto a grandi ciuffi di piante di capperi, per raggiungere alla fine di una piccola gola una facciata corrosa dal tempo che ha preso la forma di un buco di serratura.

Il triclinio dei leoni
Nonostante i danni comunque si distinguono ancora due leoni scolpiti al lato della porta.
L’ALTURA DEL SACRIFICIO
Anche questa è una bella prova fisica, una scalata su sentieri semplici ma assolati. Noi abbiamo fatto due ingressi a Petra e questa l’abbiamo lasciata per il secondo giorno.
Considerate un tempo di salita di circa un’ora, pause comrpese. Il sentiero d’ingresso è ben segnalato e si trova nei pressi del Teatro Romano.
A differenza delle scale per il Monastero però queste sono quasi completamente al sole, e non c’è molta gente in giro.
Durante la salita ci fermiamo a prendere un tè e a fare due chiacchiere con una ragazza beduina che ci invita a sederci all’ombra e ci racconta un po’ di cose.
Apro una parentesi sui Giordani che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio: sono un popolo splendido. Sorridenti, gentili in modo quasi imbarazzante, molto comunicativi ed aperti, ospitali.
Sono stati una delle scoperte più belle della nostra vacanza.
Dopo la pausa manca poco alla cima dell’altura, dove restano solo poche rovine di uno degli altari sacrificali meglio conservati dell’antichità. La cima del monte è stata proprio spianata per costruire queste strutture, e si vedono ancora i canali in pietra in cui scorreva il sangue degli animali sacrificati.
Il panorama è grandioso, e se dall’altare si scenfe su un’altra piccola piattaforma ci si affaccia direttamente sulla strada delle tombe reali.

Un panorama sconfinato
Ecco: in questi punti panoramici chi soffre di vertigini può trovarsi in difficoltà, ma ci sono sentieri meno esposti che rendono possibile la visita anche a chi ha paura delle altezze.
Petra avrebbe ancora moltissimo altro da offrire, ma i nostri tempi sono purtroppo brevi e dobbiamo partire all’ora di pranzo per la tappa successiva: il Wadi Rum.
INFORMAZIONI UTILI PER LA VISITA
Petra è un sito archeologico enorme, quindi preparatevi a camminare molto.
– vi serviranno scarpe comode con suola di gomma, cappelli, indumenti adatti alla stagione. Gli occhiali da sole vi proteggeranno dalla luce forte e vi faranno apprezzare i colori incredibili della roccia.
– non trascurate una buona protezione solare, molti tratti sono sotto al sole, meglio arrivare preparati. Alla normale crema solare aggiungerei anche un buon burro di cacao con protezione solare.
– portatevi dietro l’acqua, ma senza esagerare. La vendono ovunque e a prezzi normali, non vale la pena di portarsi dietro litri e litri. Se andate nella stagione estiva io vi consiglio caldamente anche di portarvi dietro degli integratori di sali minerali. Noi avevamo il Polase sport ed è stato utile.
– una cosa importante da sapere è che le regole di sicurezza a cui siamo abituati lì non ci sono, vi troverete spesso ad affacciarvi su strapiombi senza protezione, o ad inerpicarvi su gradini irregolari. Se poi seguite le guide beduine potreste anche trovarvi a fare vere e proprie arrampicate, quindi non andate alla cieca, chiedete che vi spieghino il livello di difficoltà prima di partire.
– contrattare sempre. E’ proprio normale così, i primi prezzi sono sempre molto più alti di quello che si aspettano di ricevere, sono le regole del gioco.
– è ovvio ma prima si arriva meno gente si trova, quindi se volete gustarvi un’atmosfera più tranquilla e suggestiva bisogna partire presto. Il parco apre alle 6 di mattina, noi siamo arrivati al tesoro per le sei e trenta ed era così. Il giorno successivo siamo entrati alle otto e trenta ed era un mercato.
– cercate di farvi un itinerario in anticipo, basandosi sulle vostre capacità fisiche, sui vostri interessi e sul tempo che avete a disposizione. Può sembrare un consiglio un po’ eccessivo, ma quando poi ci si ritrova all’interno c’è troppo da vedere, si rischia di schizzare da una parte all’altra come palline da flipper. Forse qui se parlo di distanze mi faccio capire meglio: nel primo giorno a Petra abbiamo percorso in tutto 22 km a piedi, metà percorso in salita, saliti e scesi 850 gradini per arrivare al Monastero, ci siamo arrampicati (Letteralemte) per raggiungere un view point affacciato sul Tesoro.
– gli orari di apertura e le altre informazioni utili le trovate sul sito ufficiale . Vi consiglio anche una visita al sito dell’Ente del turismo per la Giordania, molto completo e ben fatto.
Qui trovate anche il link al nostro itinerario di viaggio in Giordania, mentre qui trovate alcuni estratti dalla guida Lonely Planet della Giordania – una fonte aggiuntiva di informazioni utili.
Brava Franca!
finalmente un articolo dove ho potuto almeno intuire come è fatto il sito e cosa aspettarmi, grazie a testi e foto! Spero di riuscire ad andare presto.
Trovato! Grazie, mi era sfuggito. Nel frattempo tu hai fatto in tempo ad andare e tornare e sono felice di averti aiutato un po’ a programmare il tuo viaggio!