Fes, la più antica delle città imperiali del Marocco
Fes è la più antica delle città imperiali del Marocco, e la sua medina è patrimonio dell’umanità.
Fes el-Bali, la medina, è anche una delle aree pedonali più grandi del mondo. Al suo interno si può girare solo a piedi, per trasportare le merci ci sono solo carretti a mano e cavalli.
Questo la rende un posto davvero unico da esplorare, fra botteghe minuscole e vicoli in cui è facile perdersi.
Mi aspettavo molte cose e devo dire che di fatto non avevo proprio idea di cosa avrei trovato, ero prevenuta, temo, e invece è stato amore a prima vista.
Osservandola dall’alto delle colline che la circondano Fes è una distesa di case chiare fitte fitte, su cui spiccano minareti e tetti verdi.
L’antica medina, equivalente ai nostri centri storici, è circondata da mura, ed è enorme. Un insieme disordinato di strade, piazzette e vicoli, in cui spuntano come oasi di ordine i palazzi religiosi.
Perdersi qui è facilissimo, ma altrettanto facile è ritrovare la strada, grazie anche alla gentilezza estrema degli abitanti, che, in caso di indicazioni complicate si offriranno di accompagnarvi.
All’interno della medina ci si muove solo a piedi, e le merci vengono movimentate o con carretti a mano o trasportate a dorso di cavallo o asino.
La mattina abbiamo visto anche i muli utilizzati anche per trasportare la spazzatura, affiancati da due spazzini che ripulivano le strade con efficienza.
Ecco, una cosa che non finirà mai di stupirmi è proprio questa: nonostante la quantità di gente in transito, nonostante le bancarelle lungo le strade e l’assoluta mancanza di cestini per la spazzatura Fes è tutto sommato pulita.
Altra cosa che rende Fes particolarmente affascinante: una volta varcate le porte della medina si fa un balzo indietro nel tempo.
Scordatevi i supermercati e la tecnologia, verrete stupiti da una miriade di bottegucce minuscole, alcune delle dimensioni di uno sgabuzzino, in cui si vende veramente di tutto. Nella foto un mini ristorante.
Spesso queste botteghe, come nel Medioevo, sono anche laboratori , quindi è facile vedere all’opera questi artigiani in spazi minuscoli che realizzano veramente di tutto: dalle lapidi alle teiere.
Tutto questo in un caos allegro di bancarelle, polli che razzolano in giro e gatti addormentati un po’ ovunque.
E la folla: ecco, è bellissima
Il Marocco presenta diverse etnie diverse, le principali sono i berberi e gli arabi, pelli chiare e scure, diversi atteggiamenti rispetto alla religione.
La popolazione a me è sembrata prevalentemente giovane, moltissimi i bambini. Un carattere che li unisce è una cortesia squisita – davvero, mai visto niente del genere.
Come si fa a non innamorarsi di una città così?
INDICE
LA SUDDIVISIONE DELLA CITTA’
Fes el-Bali, la medina, è idealmente divisa in due parti dal Wadi Fes, un fiumiciattolo che separa il quartiere Karaouiyne dal quartiere andaluso.
Per darvi un’idea delle dimensioni: in tutto il tempo passato a Fes abbiamo visitato solo una parte del quartiere Karaouiyne – è immenso.
La “parte nuova” è più a sud e si chiama Fes el-Jedid. Qui si trovano il palazzo reale ed il Mellah, il quartiere ebraico. Ho scritto parte nuova tra virgolette, visto che anche questi quartieri sono molto antichi, databili al 1276. Fuori dal centro storico c’è la Ville Nouvelle, una città enorme e in continua espansione.
FES EL-BALI – IL QUARTIERE KARAOUIYNE
Come già scritto sopra noi ci siamo concentrati praticamente su un solo quartiere nella medina, il tempo a disposizione era veramente poco e quindi ho cercato di scegliere quello più interessante e rappresentativo: il quartiere Karaouiyne, che prende il nome dalla moschea Karaouiyne, una delle più antiche del mondo islamico.
Fondata nell’859 è stata la sede della prima università del Marocco ed è tutt’ora la sede dell’università islamica di Fes. L’unico modo per rendersi conto dell’estensione di questo edificio è vederlo dall’alto: gli inconfondibili tetti verdi del complesso ci aiutano ad individuarlo senza errore.
Da sapere: a Fes non ci sono moschee visitabili per i non islamici. Vi capiterà senz’altro di avere la tentazione di andare a curiosare, ma vi fermeranno prima dell’ingresso. Spesso negli edifici sacri lasciano i portoni aperti per permettere almeno un’occhiata all’interno. Siate discreti e rispettosi. Nella foto uno scatto dalla porta. I cortili interni non sono visitabili, il suk intorno si.
Moschee ed edifici sacri sono un sicuro punto di riferimento: grazie ai minareti ed ai caratteristici tetti verdi infatti permettono con un’occhiata di stabilire la vostra posizione all’interno del labirinto.
Dai minareti le preghiere dei muezzin aiutano a scandire il tempo, e creano effetti particolarmente affascinanti al calar della sera.
Secondo la religione islamica infatti ogni giorno ci sono 5 momenti di preghiera, non è infrequente trovare piccoli spazi attrezzati anche nei ristoranti e nei negozi, proprio per permettere a tutti di pregare negli orari prestabiliti.
I SUK DI FES
Il quartiere Karaouiyne è famoso anche per i suoi suk (mercati). La quantità e la diversità di merci offerte è da capogiro!
Anche i suk vi aiuteranno un po’ ad orientarvi: molti sono tematici – quindi potrete trovare il suk delle spezie (El-Attarine), il suk dei metalli (Place el-Seffarine), il suk dell’hennè – estremamente pittoreschi ed utili per orientarsi meglio.
Altra caratteristica dei suk: noterete un cambiamento progressivo del valore delle merci più ci si avvicina alle moschee. I suk alimentari quindi saranno i più esterni, mentre quelli dei vestiti e degli ornamenti saranno negli immediati paraggi delle moschee.
Sono molto diversi gli uni dagli altri, impossibile confondersi.
Altro punto di riferimento sono le vie principali: da Bab Boujeloud parte la Rue Talaa Kebira che è la via principale di Fes el-Bali.
Non immaginatevi un viale, però!
Questa via in salita (Il nome significa proprio grande salita) è parzialmente ombreggiata con delle strutture a graticcio, gremita di negozietti e porta fino alla Moschea Karaouiyne.
La sua parallela, utile per l’orientamento, si chiama Rue Talaa Seghira (Piccola salita). Lungo queste due vie si trovano gli edifici più importanti della città.
Il primo che troverete partendo dalla porta è la Medersa Bou Inania.
Una medersa è in sintesi una scuola, un collegio.
La medersa Bou Inania è una delle più grandi e delle più belle del Marocco, e fungeva sia da scuola che da residenza per gli studenti. Ha anche una moschea ed un inconfondibile minareto. Purtroppo noi l’abbiamo potuta ammirare solo dal buco della serratura. Letteralmente.
Tutte le volte che abbiamo provato a visitarla o ci hanno mandati via gentilmente perché vi si svolgevano funzioni o abbiamo trovato le porte chiuse.
Purtroppo non siamo riusciti a trovare informazioni sugli orari di apertura. Questo è uno dei palazzi storici a cui è consentito l’accesso ai non islamici.
(Il sito internet riporta l’orario da sabato a giovedì dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 18. Probabilmente siamo capitati in un periodo di festa, non saprei.)
Bou Inania non è l’unica medersa della medina, ce ne sono altre più piccole, ma altrettanto non visitabili – per noi.
Segnalo anche la Medersa El-Attarine, nel quartiere del suk delle spezie.
Molto interessanti anche le farmacie islamiche, ne abbiamo vistata una per puro caso e siamo rimasti affascinati dalla varietà di rimedi presenti.
Visto che questa parte di Fes per motivi sconosciuti non siamo riusciti a visitarla ci siamo dedicati ad un altro dei grandi simboli di Fes, le concerie.
LE CONCERIE DI FES
L’arte della concia della pelle qui è praticata ancora come secoli fa.
In cortili interni nascosti fra i palazzi si trovano numerose concerie piccole e grandi, tra cui la famosissima Chouara.
Chouara significa proprio conceria, ed è uno dei simboli più riconoscibili di Fes.
Il nostro primo incontro con le concerie è stato proprio il primo giorno: un signore ci ha intercettati per strada e ci ha accompagnati a visitare una conceria minuscola, vicino alle mura esterne della medina.
In un inglese misto a spagnolo e ad altre lingue ci ha spiegato le fasi della concia, e ci ha accompagnati negli stretti camminamenti fra le vasche, fino a salire e a raggiungere le terrazze con le pelli stese ad asciugare. Ecco: questo genere di visita è per stomaci forti, l’odore delle vasche per la concia è quasi tangibile, e lo spettacolo delle pelli a metà lavorazione è veramente orrido. Nelle concerie più turistiche si tenta di camuffare l’odore regalando rametti di menta ai visitatori, ma non li troverete ovunque!
Però la visita è completa ed interessante.
Le vasche per la lavorazione delle pelli si dividono in due parti: nella prima fase le pelli vengono immerse in una soluzione di acqua,calce e materiali naturali per qualche giorno. Questo trattamento favorisce il distaccamento dei peli e della massa grassa.Successivamente vengono passate a filo di coltello dagli artigiani conciatori, per ripulirle fino a lasciare solo la parte lavorabile, e poi vengono sciacquate in acqua in una specie di enorme lavatrice in legno. Vengono poi essiccate, semplicemente stendendole all’aria sui tetti o sulle terrazze.
Una volta essiccate vengono risciacquate di nuovo, ed immerse in un’altra soluzione che ha lo scopo di ammorbidirle, poi sono pronte per la tintura.
La tintura tradizionale utilizza pigmenti naturali, come lo zafferano, l’hennè e il legno di cedro. Le pelli così trattate vengono di nuovo stese ad asciugare e poi sono pronte per essere lavorate.
Le vasche delle concerie si tramandano spesso di generazione in generazione, ed il lavoro della concia, anche se duro, è una vera miniera d’oro.
Che dire, qui il cibo da provare non manca!
Valentina ci soprende, stavolta è lei la prima a sperimentare sapori nuovi, con un khobz ripieno di salse e tacchino.
Il khobz è il caratteristico pane marocchino che troveremo ovuinque, e che viene sfornato a tutte le ore del giorno.
Io invece mi lascio tentare dai dolci, che qui sono il paradiso dei golosi, Assaggio i briwate , triangolini di pasta fillo che possono avere ripieni dolci o salati.
Per non sbagliare li assaggio entrambi: sono snack croccanti e gustosi!
Degne di nota anche le colazioni berbere, gustose ed energetiche. Miele, burro chiarificato, msemen e baghrir, salsa di arachidi, salsa harissa…accontentano tutti!
Naturalmente non manchiamo di provare il tajine, il piatto marocchino più conosciuto all’estero. Gustoso, sano e molto economico, con carne di vario genere o vegetariano.
Il tajine prende il nome dal piatto in cui viene cotto: un piatto con coperchio a forma di cono, che trattiene la condensa e che permette cotture a fuoco lento.
Insomma, lo dobbiamo dire: Fes ci è proprio piaciuta e stiamo già pensando di tornare, con più calma stavolta, per conoscere meglio questo paese stupendo!
I RIAD
Una parte importante della nostra prima esperienza in Marocco è stata la scoperta dei Riad, le case tipiche del centro storico, riadattate ad alberghi di charme.
Un riad è un’abitazione su più piani con cortile interno: tutte le stanze si affacciano su questo patio e si crea una vera e propria oasi di pace in cui i suoni della città non arrivano.
E’ un’esperienza magica, che dà un tocco indimenticabile alla permanenza a Fes.
Noi abbiamo soggiornato in due riad, vi lascio i recapiti e ve li consiglio entrambi (Il primo però di più!)
Riad Noujoum Medina
Choukran Fes! A presto, inshallah.
Qui il link del nostro itinerario in Marocco.
ho letto con molto interesse il tuo articolo… anche a me Fes è piaciuta molto, anche se la mia città preferita in marocco è Marrakech!
Marrakech non l’abbiamo ancora visitata, spero che sia una delle mete del 2020!