Il terzo giorno a New York
Nel terzo giorno a New York dobbiamo improvvisare, le previsioni meteo sono poco incoraggianti quindi decidiamo di visitare l’Empire State Building, con la speranza – purtroppo vana – di poter vedere un bel panorama limpido della città.
Naturalmente non procediamo mai in linea retta, quindi dopo una colazione robusta ci incamminiamo alla ricerca di un monumento famoso: Love Sculpture di Robert Indiana. Il monumento si trova all’incrocio fra la Sixth Avenue e la 55th Street W ed è una chiazza di colore che attira irresistibilmente l’attenzione. La troviamo senza girare troppo, ma, sorpresa, è la scritta “gemella” : la parola è HOPE. Love è solo qualche centinaio di metri più in là. Amore e Speranza a New York, così vivaci nel cuore della città.
Saranno pure viste e riviste, ma il significato è speciale ( Una curiosità: queste non sono le uniche scritte in giro per il mondo, vi segnalo il sito dell’artista ).
Successivamente facciamo il nostro rituale giretto in Times Square per vedere se per caso i botteghini TSKS sono aperti ma niente, non ci azzecchiamo mai!! Stavolta in mezzo alla piazza troviamo dei tappetini e li proviamo, senza capire. Veniamo a sapere solo dopo che erano previste lezioni di yoga collettive per l’intera giornata. Che peccato, sarebbe stato bello vederle! (Prendete nota, accade ogni anno per il solstizio d’estate, il 21 giugno).Una rapida visita ad alcuni dei negozi simbolo della piazza e poi via, verso l’Empire State Buiding: il tempo inizia a cambiare. EMPIRE STATE BUILDING
L’Empire State Building è uno degli edifici famosi e riconoscibili di New York. Nel corso della stua storia è stato per due volte l’edificio più alto della città, ed è immortalato in dozzine di film.
La costruzione di questo grattacielo è iniziata negli anni trenta, e questo periodo si deve lo stile delle ambientazioni, un sontuoso art decò.L’Empire State Buinding nasce come un grattacielo dei record: quando venne inauguratio, il 1 maggio del 1931, era infatti il grattacielo più alto del mondo, quello costruito più in velocemente e il primo ad aver superato i 100 piani. Con i suoi 443 metri (contando l’antenna) è stato il grattacielo più alto del mondo per oltre trent’anni.
Attualmente – agosto 2018 – è al 28° posto degli edifici più alti del mondo. Qui il sito ufficiale con tutte le informazioni aggiornate.
Il suo profilo è inconfondibile, il pennone lo distingue dagli altri grattacieli ed aveva – nell’idea dei progettisti – una funzione piuttosto fantasiosa. Il pennone infatti doveva servire per l’attracco dei dirigibili, cosa che non è mai avvenuta – se non si contano le realtà parallele di Fringe!
Un’altra delle sue caratteristiche uniche è quella di avere le terrazze panoramiche aperte al pubblico: è stato il primo grattacielo al mondo ad offrire questo servizio prettamente turistico, e la vista dall’86° piano è bella da strappare il cuore.
Pagando un supplemento è possibile raggiungere anche il belvedere del 102° piano, ma vista la reazione di Valentina già solo al piano del museo decidiamo che con i grattacieli in questa vacanza abbiamo chiuso.
Saliamo quindi a turno al belvedere, e scopriamo con disappunto che il tempo è decisamente peggiorato e tira un vento freddo e rabbioso.
Pazienza, è bello ugualmente. Ancora una volta la vista della città ci incanta.Alcune indicazioni utili per programmare la visita: l’ingresso all’Empire State Building è uno dei biglietti del New York City Pass, che vi permette il salta-coda, cosa senz’altro utile nei momenti di maggior affluenza. All’ora in cui siamo arrivati noi non c’era coda, la visita è stata inaspettatamente semplice.
CHINATOWN
Visto che tutto sommato siamo in zona andiamo verso Chinatown. La prima volta non ci è piaciuta molto per cui decidiamo di darle una seconda possibilità. La zona di Chinatown si sviluppa tutta attorno a due grandi strade: Mott Street e Canal Street.
La Chinatown di Manhattan è una vera comunità cinese nel cuore della citta. Le vie principali, piena di negozietti di paccottiglia, di centri massaggi e di sale da te appaiono squallida e poco interessanti, ma basta addentrarsi un po’ nelle vie meno importanti per ritrovarsi in Cina.
Di punto in bianco le scritte in inglese finiscono, e nei negozi e sui banchi delle verdure ci sono solo scritte in cinese e strani cibi.Non sembra nemmeno più di essere a Manhattan, siamo in uno strano limbo pieno di cose che ci incuriosiscono. Scoviamo sotto ad un calvalcavia un grande mercato alimentare – naturalmente già chiuso. Chissà che spettacolo la merce esposta, chissà se c’è qualcosa di riconoscibile?
La comunità cinese che vive a Manhattan è una delle più grandi fuori dall’Asia, è anche que questo che la sensazione di trovarsi altrove è fortissima in certe vie. E’ stato particolarmente interessante sbirciare nei negozietti stracolmi di oggetti per la casa, non c’era niente che fosse immediatamente riconoscibile. Questo è un quartiere che vorrei visitare con una guida, sono sicura che ci siano cose veramente interessanti da scoprire.
LITTLE ITALY
Molto meno caotica ma meno autentica è la vicina Little Italy, il quartiere italiano di Manhattan. In realtà adesso si è ridotta ad una sola via, a causa degli affitti altissimi di Manhattan e della continua espansione della vicina Chinatown la comunità italiana si è spostata in altri quartieri. Qui sono rimasti solo i ristoranti e qualche attività pittoresca.
Merita un’occhiata, non vi prenderà molto tempo, e vi stupirà senz’altro con i suoi edifici colorati e le decorazioni kitsch.
GREENWICH VILLAGE
La passeggiata prosegue in tutta naturalezza verso il Village, una delle zone più piacevoli per me . Il cuore di questo quartiere è il Washington Square park, un piccolo parco che potrebbe essere l’ombelico di questa città. A giudicare dalla gente che c’è in giro da qui sembra passare proprio tutto il mondo!
Se la prima volta che abbiamo frequentato questo posto ci siamo concentrati sul parco e sui numerosi artisti che lo popolano, questa seconda volta abbiamo scoperto che è un posto inaspettatamente selvaggio, degno di un documentario di National Geographic.
Mi ritrovo a guardare incantata le prove di volo di un giovane falco pellegrino. Sotto agli occhi attenti di un genitore il “pulcino” corre sul cornicione di una casa che si affaccia sul parco e prova ad aprire le ali. Ci siamo quasi! Presto farà il suo primo volo e una folla di fotografi sarà pronta ad immortalare l’attimo.
Un frammento di natura selvaggia ed emozionante nel cuore di una metropoli: solo a New York!
Il Village è anche un posto di rilevanza storica.
E’ qui che nasce nel giugno del 1969 il primo movimento per i diritti degli omosessuali. In un bar del Village, lo Stonewall Inn, si accende la miccia della rivolta che ha portato alla nascita del Gay Liberation Front.
Da allora le cose iniziarono a cambiare, prima negli Stati Uniti e poi via via nel resto del mondo. Qui nasce il Gay Pride, la manifestazione in cui si festeggia la libertà di essere quello che si è: sfrenata, colorata divertente e incredibilmente pacifica.
Ci siamo ritrovati a vedere la sfilata il 24 giugno ed è stata un’esperienza unica, che vi racconterò in uno dei prossimi post.
La giornata volge al termine, e dopo la consueta visita in Times Square per vedere se troviamo le biglietterie aperte – nente nemmeno stavolta – ci avviamo verso il “nostro” quartiere, dove consumiamo un’ottima cena messicana, guardando i mondiali in TV. Questi americani amano davvero il calcio, non l’avrei mai detto.
In questo terzo giorno a New york abbiamo avuto un piccolissimo assaggio delle anime della città: dall’altezza dell’Empire State Building, ai vicoli di Chinatown, dall’arte per strada alla natura selvaggia e soprendente.
Qui trovate un riassunto della nostra vacanza a New York, e qui il riepilogo della nostra visita diviso per giorno:
PRIMO GIORNO
SECONDO GIORNO
QUARTO GIORNO
QUINTO GIORNO
SESTO GIORNO
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