Palmanova, la città-fortezza
A volte certe idee week end vengono fuori da improvvisazioni, questo è il caso di Palmanova (UD).
In realtà in rete non si trova moltissimo, praticamente solo foto dall’alto e qualche cenno storico. Non si dice che Palmanova è una città stupefacente e che la promozione turistica non le rende assolutamente giustizia.
Ma andiamo con ordine: visto che le scuole dei ragazzi hanno deciso all’ultimo di concedere il ponte del 30 aprile appena letto la notizia ci siamo detti “Partiamo!”.
Stavolta la scelta è caduta sul Friuli Venezia Giulia, una regione che conosciamo solo “di passaggio” e dove siamo stati entrambi in gita scolastica – mille anni fa.
Campo base a Grado, sul mare, in un bel camping village dove troviamo prezzi accessibili, considerando la zona. Visite nei dintorni, che conosciamo davvero pochissimo.
Nel primo giorno considerando anche il viaggio – piuttosto lungo – per arrivare da Lucca ci fermiamo, come prima tappa, alla fortezza di Palmanova.
Che dire? Mi aspettavo una visita da mezz’ora al massimo, e invece ci avrei passato la giornata!
Palmanova adesso è un bel centro abitato, patrimonio dell’UNESCO dal 2017, ma ha iniziato la sua storia come fortezza costruita dai veneziani, nel 1593.
E della fortezza ha ancora l’aspetto, racchiusa fra mura fomidabili e con una pianta perfettamente regolare che forma al centro della città la più grande piazza d’armi in Europa.
Quest’ultima adesso è una piazza spaziosa, circondata da un piccolo fossato vuoto e con al centro un pozzo ornato di scritte – probabilmente del periodo fascista (Non ho trovato niente in proposito)
Nella piazza enorme c’è una serie di macchina d’epoca a grandezza naturale ricostruite per esposizione: alcune erano macchine da guerra, altre servivano per preparare altre armi, o munizioni. Un piccolo museo a cielo aperto molto completo ed interessante.
Nella sua lunga storia Palmanova è stata spesso teatro di battaglie di ogni genere, e solo per miracolo ha potuto evitare di essere rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, per coprire la ritirata dell’esecito tedesco.
Guardandola bene si nota che le case in realtè erano caserme, e si notano gli innumerevoli accorgimenti difensivi che l’hanno resa per secoli una vera macchina da guerra.
Ad esempio sapete perchè il campanile della chiesa è così basso e poco proporzionato? Perchè non doveva vedersi da lontano, Palmanova non doveva essere facilmente individuabile. Sorge in una pianura e le sue mura ricoperte d’erba la fanno assomigliare più ad una collinetta alberata che ad una città. Dall’alto il colpo d’occhio è assolutamente spettacolare!
Guardandola dall’alto si coglie alla perfezione il disegno ordinato del centro abitato, la grande piazza ottagonale e i bastioni difensivi ( che per noi lucchesi hanno una forma molto familiare)
A differenza della nostra Lucca questa era una vera fortezza, le porte da difendere sono solo tre – su un perimetro esterno pari a quello della nostra città (Poco più di 4 km).
Passeggiamo un po’ nella città e troviamo in pochi minuti l’ufficio del turismo. (Fornitissimo di materiale sull’intera regione e con personale veramente gentile).
Grazie alla dritta dell’impiegata ci dirigiamo a passo sicuro verso il museo storico della guerra, collocato direttamente dentro alle mura divensive, in corrispondenza di Porta Cividale.
Il museo anche se piccolo si rivela soprendentemente interessante: qui sono custodite in particolare collezioni di divise e di armi un po’ di tutte le guerre che hanno colpito questa zona. Un’attenzione particolare è riservata alla prima guerra mondiale – la grande guerra.
Qui oltre ad armi e divise vengono custodite anche le attrezzature necessarie ad un esercito in guerra, alcune curiosità come la cucina da campo per ufficiali e i giganteschi telefoni da campo, come questo della foto.
Uscendo dal museo si può salire sul tratto di mura sovrastante la porta ed osservare le tre cerchie divensive. La prima è la cerchia delle mura vere e proprie della città. La seconda cerchia ha un aspetto meno imponente. La terza cerchia di mura è completatata da strutture difensive che risalgono ai tempi di Napoleone.
Dopo il museo il nostro viaggio all’interno della fortezza prosegue, e passando sotto le mura imponenti e verdissime raggiungiamo le gallerie: ecco uno spettacolo inaspettato.
Il sottosuolo di Palmanova è letteralmente traforato da gallerie scavate a scopo difensivo.
Queste gallerie non sono ancora state interamente riaperte, erano cadute in disuso ed abbandonate nel corso dei secoli. Solo da pochi anni alcuni tratti sono stati messi in sicurezza e resi visitabili.
All’interno delle gallerie in disuso nel corso dei decenni le infiltrazioni d’acqua hanno creato concrezioni di un bianco lucido e brillante. Sembra di essere in una grotta non in un cunicolo difensivo!
Per la visita viene fornita un’audioguida in cui si spiegano le parti più interessanti della storia. Pare infatti che quando la fortezza era sotto assedio i soldati si limitassero semplicemente a scavare fino a raggiungere gli accampamenti nemici.
Arrivati sotto di loro si limitavano a farli saltare in aria. Un metodo forse macchinoso, ma senz’altro efficacissimo!
Nei tempi d’oro della fortezza queste gallerie venivano scavate a ritmi vertiginosi. In un giorno una squadra poteva scavare anche fino ad 1 metro e 75 di galleria. Il giorno successivo i muratori si occupavano di consolidare e di mettere sicurezza il tunnel.
I tunnel visitabili adesso sono solo una minima parte della rete di gallerie scoperte sotto la città. Chissà se riusciranno mai a riaprirle tutte!
Uscendo incontriamo una coppia del luogo, e chiacchieriamo un po’. Lui ci racconta che fino a pochi anni fa la città di Palmanova era completamente abbandonata, e le mura sepolte sotto la vegetazione. Solo grazie all’opera di centinaia di volontari arrivati da tutta Italia è e stato possibile ripulirle e da allora la città ha iniziato a rifiorire.
L’opera dei volontari ha regalato alla città un parco splendido
Insomma, se siete in zona questa piccola città merita tutta la vostra attenzione! Buona visita!
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