Praga – un piccolo riassunto.
Praga è una città particolare da raccontare.
Pensavo che fosse una città misteriosa, oscura e gotica ed ero preparata a queste atmosfere e invece mi sono ritrovata in una città splendida e frizzante, piena di colori.
Ammetto di essere rimasta un po’ spiazzata, ma lo smarrimento è durato solo pochi minuti, poi me ne sono innamorata perdutamente, come non mi accadeva da un po’.
Praga è la capitale della Repubbica Ceca, siamo in Boemia, nel cuore dell’Europa. Come molte grandi capitali Praga sorge su un fiume, la Moldava, che la divide in due parti.
Il cuore di Praga si trova nella Città Vecchia (Starè Mesto), sulla parte destra del fiume (Zona Praga 1). Il centro storico non è grandissimo, muoversi a piedi è piacevole e rapido.
Starè Mesto è accoccolata nell’abbraccio del fiume, nella parte più a nord si sviluppa il quartiere ebraico, Josefov.
La nostra visita inizia proprio dalla piazza del municipio,Staroměstské náměstí , dove si trova l’orologio astronomico – uno dei monumenti più conosciuti di Praga.
Orologio astronomico – Quadrante superiore
Il quadrante superiore, quello della foto, è uno dei più antichi orologi astronomici del mondo. Fu ideato e costruito nel quindicesimo secolo ed è di una complessità affascinante.
Il sole si sposta nel cielo disegnato sullo sfondo, e si sposta anche l’anello delle costellazioni in cui esso si trova, in modo da avere per ogni esatto momento della giornata una situazione precisa della sua posizione.
Guardando il cerchio si leggono tre file di numerazioni. Quella in numeri arabi scritta sullo sfondo azzurro rappresenta le ore planetarie, le 12 ore “ideali” che vanno dall’alba al crepuscolo. La durata di queste ore varia secondo le stagioni.
Il cerchio interno in numeri romani indica l’ora normale, mentre i numeri esterni (Numeri arabi su fondo nero) indicano l’ora Boema, che si misura a partire dal tramonto. Visto che anche questo varia nel corso dell’anno il cerchio esterno si muove per regolarsi sull’orario corretto. E’ un meccanismo incredibilmente complesso. In epoche successive sono stati aggiungi quadrante inferiore e decorazioni, se vi interessa un approfondimento vi segnalo l’ottima spiegazione su Wikipedia.
La piazza del municipio è circondata da edifici elegantissimi ed è colorata e piena di vita.
Lo skyline inconfondibile è dato dai campanili asimmetrici della cattedrale di Santa Maria di Tyn, dagli profili gotici. Una caratteristica davvero insolita di questa chiesa è che la sua facciata è ostruita dal palazzo con gli archi che di vede proprio sotto. Per accedere all’ingresso della cattedrale si deve passare da un portone un po’ nascosto. L’ingresso è racchiuso in un cortiletto stretto tra le case. Davvero insolito, vero?
L’itinerario di visita prosegue nel quartiere ebraico, Josefov, dove è possibile visitare anche la famosa sinagoga del golem. Noi scegliamo però di proseguire lungo fiume per arrivare fino al Ponte Carlo, l’attrazione probabilmente più visitata della città.
Il Ponte Carlo attraversa il fiume e collega Starè Mesto con Mala Strana (Città Piccola) e con Hradcany (Il Castello). Il centro storico si sviluppa in questi quartieri che sono fitti fitti di storia e monumenti molto originali.Il ponte stesso è decorato da numerose statue (Anche in questo caso metto il link a Wikipedia per gli approfondimenti ).
La statua che ci ha colpiti di più si trova all’incirca a metà ponte: è la statua di San Giovanni Nepomuceno, il patrono della Boemia.
La leggenda dice che se si toccano con la mano sinistra le stelle della croce raffigurata sulla spalliera del ponte e con la mano destra le stelle del bassorilievo e si esprime un desiderio questo si avvererà (E io ho provato e si è avverato, vale senz’altro la pena provare, no?).
Le stelle sono il simbolo del santo che venne condannato a morte e gettato nel fiume proprio da questo punto. Si dice che quando il suo corpo toccò l’acqua in superficie affiorarono cinque stelle, simbolo della sua santità.
Praga trabocca di leggende ad ogni angolo, ovunque c’è una storia da raccontare.
A fine Ponte Carlo, sul lato di Mala Strana, se si guarda in basso si vede la ruota in legno di un mulino. Guardate bene, riuscirete a vedere anche il Vodnik, il folletto che vive sotto al ponte.
I folletti dell’acqua vivono nella Moldava, questo in particolare si è trasferito sotto al Ponte Carlo quando un commerciante lo ha disturbato. I folletti non sono generalmente malevoli, ma questo è un tipo vendicativo ed ha regolato i conti con il tipo che gli ha distrutto la casa annegandolo nel fiume. Con i folletti non si scherza!
Arrivati a Mala Strana vagabondiamo un po’ come facciamo sempre, lasciandoci guidare dalla curiosità. Scendiamo sul fiume per dare da mangiare ai cigni – che qui sono quasi domestici.
Troviamo poi il museo dedicato a Kafka – con la sua incredibile Piss Sculpture, la statua – mobile – di due uomini che fanno pipì in una fontana a forma di Repubblica Ceca. Decisamente un’opera irriverente e divertente!
Il museo promette di esser molto interessante ma siamo troppo di corsa e scegliamo di non visitarlo. (Ecco, prendete nota: Praga non è una città da week end, servono almeno 4, meglio 5 giorni per vedere tutto quello che ha da offrire, comprendendo anche i dintorni)
La visita prosegue e tra negozi di fantastici biscotti decorati (La mia passione) e vicoli con il semaforo pedonale arriviamo nella zona di Kempa, una delle più pittoresche della città.
Siamo qui per cercare il muro di John Lennon. Si trova in una piazzetta ombreggiata un po’ nascosta, basta seguire le indicazioni lasciate dai writers. Il muro è un posto del tutto speciale, storia e vitalità di mescolano insieme con naturalezza, è un’opera d’arte in continua evoluzione. Merita assolutamente una visita!
Una giornata intera la dedichiamo alla visita del complesso del Castello di Praga (Hradcany): un insieme di musei e monumenti di grande fascino. Questo è il panorama che si gode dal campanile della Cattedrale di San Vito: Praga è splendida anche dall’alto! Naturalmente il complesso del castello merita un post a parte – sono veramente troppe le cose da vedere!
Dopo aver visitato la splendida Cattedrale di San Vito passiamo nel museo vicino e poi passeggiamo nel vicolo d’oro e visitiamo ogni mini-museo. Per vedere tutto non basterebbe una giornata intera!
Scendendo dalla collina del castello si può cercare anche il Vrtba Garden, un giardino racchiuso fra gli edifici che sale lungo il fianco della collina di Petrin. Un posto particolarmente tranquillo e suggestivo, con un panorama fantastico!
La passeggiata prosegue lungo i sentieri dell’ordinatissimo parco pubblico della collina di Petrin, dove sono disseminate opere d’arte e parchi gioco. C’è anche una funicolare che sale fino alla cima, per avere un punto di vista diverso sulla città. Passeggiando raggiungiamo la scultura che stiamo cercando, quella dedicata alle vittime del comunismo. Un gruppo di uomini in cammino che lentamente si disgrega, il simbolo della libertà negata, un modo per raffigurare il progressivo spegnersi di ogni speranza. Io l’ho trovata molto significativa.
La nostra visita è durata veramente troppo poco, siamo rimasti con la voglia di tornare, e magari stavolta riusciremo a vedere anche un po’ di dintorni!
Naturalmente Praga non ha solo il centro storico, la città nuova però l’abbiamo vista solo attraversandola in macchina. La prossima volta vorrei visitare la Casa Danzante e fare un giro nel quartiere di Novè Mesto, la città nuova.
QUALCHE CONSIGLIO UTILE
Durante il nostro soggiorno abbiamo il nostro campo base in un appartamento situato proprio all’inizio della zona pedonale di Starè Mesto. Si chiama Zlaty Kun Golden Horse: ben arredato e pieno di fascino in un palazzo d’epoca nel cuore del centro storico. Consigliatissimo, nonostante le camere un po’ rumorose a causa della gente in strada.
A Praga ci si muove molto bene a piedi – quindi conviene senz’altro cercare l’alloggio in zona centrale per tagliare i costi dei trasporti (che comunque sono piuttosto convenienti).
Prata è una città molto amata ed è meta di turismo internazionale, quindi inevitabilmente è affollata un po’ in tutte le stagioni, ma basta cambiare un po’ gli orari per godersela al meglio.
I costi dei musei sono allineati a quelli italiani – per farsi un’idea. Per i pasti invece si riesce a spendere qualcosa meno, i loro piatti tipici sono piatti unici molto nutrienti e tutto sommato economici.
Considerando tutte le cose che non siamo riusciti a vedere e i dintorni che avremmo potuto visitare facilmente ( Ad esempio Kutna Hora ) direi che sarebbero serviti almeno 4 giorni interi.
A Praga abbiamo iniziato il viaggio di ritorno verso l’Italia, tappa successiva Cesky Krumlow: una fiaba.
Qui il nostro itinerario e qui il link dell’ente del turismo della città di Praga.
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