Phang Nga national park
Phang Nga, e pensare che non ci volevo andare!
Si, Phang Nga era uno dei punti dell’itinerario in cui temevo più intoppi, un po’ per i tempi molto ristretti ed un po’ perché non avevo assolutamente idea di come saremmo riusciti a muoverci.
Fortunatamente non abbiamo cambiato i nostri progetti perché Phang Nga si è rivelata una tappa imperdibile . Il parco nazionale è incredibile, e la cittadina stessa non è turistica, quindi abbiamo avuto un piccolo assaggio di Thailandia vera. E ci è piaciuta! Si, ok, è un po’ caotica e raffazzonata, ma è quello il bello, no?
INDICE
Perché parlo di Thailandia vera? Perché Phang Nga è una piccola città “vera”, non è piena di locali e negozi di souvenir come le città sulla costa.
Abbiamo trovato su Agoda un alberghetto proprio nel centro della città – Thaweesuk Resort – in un bell’edificio coloniale ben tenuto e appena arrivati in città andiamo a scaricare i nostri bagagli.
L’albergo è una piacevole sorpresa: a fronte di una spesa davvero minima (32 euro in 4 persone) ci ritroviamo una camera spaziosa e pulita, fresca e silenziosa malgrado l’affaccio sulla via principale. A piano terra c’è un piccolo bar dove servono la colazione, l’edificio stesso è bello e ben tenuto. Si, questa è stata una buona scelta!
C’è un solo ristorante nei paraggi e andiamo lì a pranzo: i migliori noodles di tutta la vacanza ad un prezzo assai poco turistico (2 euro a testa, bevande comprese).
Nel pomeriggio abbiamo in programma un’escursione nel parco di Phang Nga, organizzata dall’unica agenzia lungo la strada.
In effetti immagino che si possano tagliare considerevolmente i costi semplicemente prendendo un tuc tuc per il porto, dove ci sono molte più agenzie, ma il prezzo tutto sommato è onesto e ci lasciamo coccolare.
Siamo solo noi quattro, la barca è tutta per noi e il barcaiolo è disponibile seguire i nostri tempi.
Il parco marino della baia di Phang Nga è uno dei più estesi della Thailandia. E’ stato creato nel 1981 per proteggere la costa e le isole che creano uno spettacolo davvero unico. foreste di mangrovie, pinnacoli di roccia simili a denti, spesso ricoperti di vegetazione, una miriade di piccole isole che creano panorami fantastici.
Panorami simili a quelli di Khao Sok e Krabi, e inaspettatamente simili anche a quelli di Guilin, in Cina, Halong Bay in Vietnam e Sarawak nel Borneo. Queste aree infatti si sono formate contemporaneamente preistoria e ci regalano adesso spettacoli emozionanti. (Per approfondire metto il link alla pagina di Amazing Thailand che tratta del parco).
Il panorama unico però è solo una delle meraviglie di questa zona. L’erosione infatti ha creato numerose “Hong” (Ne abbiamo parlato anche nel post di Koh Hong) : grotte marine di varie tipologie. Alcune sono accessibili solo con la bassa marea, altre sono sempre visitabili. In un punto troviamo un enorme barcone che noleggia canoe per la visita di questi passaggi sotterranei.
Le isole e la costa sono costellate da questi “giochi di roccia”: in una di queste caverne sono ancora visibili delle pitture rupestri che raffigurano figure umane e animali, forse barche. Si pensa che queste opere siano state dipinte fra i tremila e i quattromila anni fa. L’isola stessa prende il nome da questi di pinti (Khao Kian significa isola della montagn dipinta)Muti per la meraviglia passiamo di fianco al villaggio su palafitte degli zingari del mare: Koh Panyi. Sono una comunità di thailandesi di religione musulmana (Impossibile non notare la moschea con le sue guglie splendenti).Gli zingari del mare vivono di pesca e di turismo in questo piccolo villaggio costruito nell’acqua, riparate da un alto pinnacolo di roccia. Faremo sosta qui al ritorno, adesso stiamo andando a visitare la famosa isola di James Bond.
KHAO TAPU
In effetti l’isola si chiama Khao Tapu (Chiodo), è diventata famosa per aver fatto da scenario in un noto film di James Bond – L’uomo dalla pistola d’oro (1974). Il posto da cui si gode la visuale migliore è l’isolotto proprio di fronte, Khao Phing Kan, su cui scendiamo. Qui si paga il biglietto d’ingresso al parco 300 baht a testa- già compreso nel costo della nostra escursione.
L’isolotto prende il nome da un fenomeno geologico davvero insolito: due “lastre” di roccia appoggiate l’una all’altra. Un monumento naturale grandioso e insolito.
Questa isoletta è un “catalogo delle bellezze del parco“: panorami incredibili, fenomeni geologici rari e caverne vista mare. Nelle immancabili bancarelle oltre ai souvenir vendono anche snack..ehm, alternativi: qui in venditore di calamari essiccati che vengono tagliati a striscioline sottili e venduti a sacchettini. Sono uno snack molto popolare, ma non ci è venuta voglia di provarlo.
L’isoletta inizia a svuotarsi, le barche che vengono da Puket e Krabi devono iniziare il viaggio di ritorno, noi abbiamo ancora un bel margine di tempo prima del rientro. La luce non è delle migliori ma il posto è veramente unico. L’isolotto è recintato con le boe, barche e bagnanti non possono avvicinarsi. L’erosione ha ridotto talmente tanto la base dell’isola che è diventato pericoloso avvicinarsi, forse presto la roccia cadrà in mare, e si verrà a creare un’altro panorama incredibile.
Esploro ancora un po’ i dintorni mentre il resto della famiglia fa acquisti: questa grotta ha una vera e propria finestra panoramica!
KOH PANYI
Lungo il viaggio di ritorno ci fermiamo a fare un giro a Koh Panyi: grazie all’orario evitiamo la ressa segnalata in tutte le guide. In effetti siamo quasi solo noi, le bancarelle stanno chiudendo, il villaggio torna ad essere dei bambini e dei gatti ( e dei turisti che soggiornano qui). Questo posto è veramente insolito: le case sono costruite su palafitte, rabberciate, colorate e cadenti. Le strade sono fiancheggiate da canali, e lungo il perimetro esterno notiamo allevamenti di frutti di mare.
All’interno l’aspetto è quello di un vero e proprio villaggio, povero ma vivace. I portici delle casette sono un perfetto spaccato della vita locale: le reti dei pescatori sono stese ad asciugare assieme ai panni. Le persone sedute davanti casa si godono la fine della giornata di lavoro facendo uno spuntino.
Qui si mangia un po’ a tutte le ore, le bancarelle dello street food sono sempre aperte, e c’è sempre gente. La mosche spicca sui tetti delle case, il vero cuore del paese. E la montagna che svetta alle nostre spalle ci fa scordare che stiamo visitando un villaggio costruito in mare!
Questo parco meriterebbe senz’altro due o tre giorni di escursioni, anche vicino al paese di Phang Nga ho visto grotte e siti interessanti. Lo svantaggio di voler vedere tutto quello che possiamo è proprio questo. Una volta arrivati sul posto non possiamo fare a meno di renderci conto che sarebbe servito del tempo in più.
Rientriamo al porto sotto l’immancabile pioggerella quotidiana, che smette appena torniamo in città. Facciamo in tempo anche a fare un giro al mercato locale, dove merendiamo con delle gustose…ehm “nosochecosa” e gironzoliamo fra i banchetti sempre aperti.
Si, questa Thailandia ci piace, e questo posto mi fa pensare che al prossimo viaggio programmeremo meno ed improvviseremo di più!
Il nostro viaggio prosegue a Phi Phi Don, qui trovate l’itinerario completo.
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