Welcome to fabulous Las Vegas!
Quando abbiamo programmato la nostra vacanza americana Las Vegas era una tappa obbligata, un passaggio inevitabile per raggiungere i parchi.
Mentre programmavamo soste e visite mi immaginavo in cuor mio che non fosse poi un granché, dalle foto mi sembrava così fuori luogo, la classica “americanata“: beh, che dire, non mi sbagliavo affatto. E’ un americanata, ma è anche straordinaria!
Come descrivere i battiti del cuore quando dopo tante ore di deserto inizi a distinguerla all’orizzonte? E la stravaganza estrema della Strip, e delle persone che vediamo in giro?
E’ falsa, plasticosa, finta ricca, puzzolente, sgargiante, grandiosa, sorprendente, viva!
La Strip – la via principale – è un posto veramente strano. E’ una specie di palcoscenico enorme per gente di tutti i tipi, qui abbiamo fotografato al volo Spongebob in pausa…
L’albergo che abbiamo scelto per il soggiorno è l’Excalibur: un pazzesco castello medievale con torrette e tettini a cono rossi e blu. Volevamo qualcosa di maledettamente kitsch, e l’abbiamo trovato!
L’albergo ci accoglie con l’aria condizionata a temperature glaciali, la reception è parte dell’immenso casinò che occupa tutto il piano terra.
Gli alberghi di Las Vegas sono concepiti in funzione dei casinò che li contengono: sono solo posti dove dormire tra una giocata e l’altra. Non chiudono mai, le porte d’ingresso sono senza serratura, non serve!
Non ci sono finestre nelle sale da gioco, così chi è dentro non può rendersi conto del tempo che passa.
Il colpo d’occhio della sala, file e file di macchinette e gente che gioca…ma in quanti film l’abbiamo visto?
Li hanno girati tutti qui? Pare impossibile,e solo dopo scopriamo che i casinò si assomigliano un po’ tutti: caverne buie e super tecnologiche, popolate da una tale varietà di umanità che potrebbe essere benissimo un museo, o uno zoo.
I bambini non possono giocare, non possono nemmeno guardare le macchinette, se ci si ferma un momento arriva subito un inserviente che ci spiega gentilmente il codice di comportamento. Ci dividiamo: uno esplora e l’altro accompagna i figli su e giù per i corridoi, occhi a terra. Sono pazzi questi americani!
Naturalmente non ci facciamo mancare una prova alla slot machine: come si fa? Non saremmo a Las Vegas altrimenti! Paolo si iscrive ad un torneo di poker che si terrà la sera successiva: un suo sogno che si realizza.
Il tempo di portare i bagagli in camera e ci fiondiamo fuori: siamo stanchi morti ma dobbiamo ancora cenare, è l’occasione per dare la prima occhiata alla città. Luci, rumori, la varietà di umanità e di spettacoli lungo la strip ci tramortiscono. Entriamo nel negozio M&M’s – la cattedrale dei confetti di cioccolato! – e come al solito ci lasciamo prendere dall’entusiasmo ed acquistiamo sacchetti di dolci di tutti i colori!
La notte qui è piena di luci, e camminiamo sentendoci come in un film: adesso abbiamo in mente Ocean’s eleven, ci stiamo dirigendo al Bellagio. Attorno a noi è la fiera del kitch.
Ceniamo con un panino ad un baracchino in strada e poi ci fermiamo a guardare lo spettacolo delle fontane danzanti al Bellagio: siamo incantati, l’acqua si muove a tempo di musica e le coreografie prevedono getti altissimi, creando uno spettacolo davvero emozionante.
I ragazzi reclamano il letto, è ora di rientrare. Domani guarderemo tutto con calma!
Il giorno successivo inizia con una colazione colossale, fatta direttamente in camera. Qui ci sono distributori di snack in cui si trovano gigantesche fette di torta al cioccolato: colazione risolta!
Il programma della giornata è “Diamo un’occhiata in giro“, senza impegno.
Attraversiamo la buia caverna del casinò – e credo proprio di aver visto un paio di uomini alle slot che non si sono mai mossi da ieri sera – e sbuchiamo all’aperto, sotto un sole già feroce, anche se sono solo le otto di mattina.
Siamo vicini all’MGM, l’albergo dove vive Randall Flag – l’uomo che cammina. Brivido!! (Se non sapete di cosa parlo vi consiglio davvero di leggere L’ombra dello scorpione, di Stephen King).
Visto che siamo vicini andiamo a vedere il Luxor – uno degli alberghi più stravaganti, fatto a forma di piramide di vetro.
La sera prima avevamo visto anche il fascio di luce che parte dalla cima ed illumina il cielo – decisamente scenografico!
Questa mattina il cielo si riflette sulle vetrate a specchio ed è ancora più bello: è quasi strano parlare di bellezza in un posto del genere, ma io qui la vedo.
Entriamo e facciamo una robusta seconda colazione a base di pancakes ed hot dog: il fuso orario cui dà fame a tutte le ore!!
La visita prosegue al bellissimo Mandalay Bay, un albergo con tanto di spiaggia di vera sabbia ed enorme acquario all’interno. E’ un albergo di un altro livello questo, si vede anche dal lustrascarpe nella hall. Cose che finora ho viso solo nei film!
Visitiamo il famoso acquario: qui hanno fatto una vasca grandiosa che occupa un’intera parete dell’area casinò: è una vasca piena di squali enormi e terrificanti.
Usciamo e decidiamo di prendere un bus per raggiungere la zona dove si trova il Venetian: ecco, consiglio utile.
Qui sui mezzi pubblici l’aria condizionata è glaciale, quindi cercate di portarvi dietro una sciarpa leggera, o un copri spalle. Si passa dai 35 ai 15 gradi, sono pazzi!!
Scendiamo proprio di fronte all’albergo e ci troviamo in una Venezia ideale, dove la laguna è azzurra e le gondole sono a motore.
Niente, prima di vederla pensavo che fosse folle, ora che la vedo lo penso ancora, ma è anche tremendamente adatta a questa folle città.
Non lo credevo che potesse accadere ma mi sto innamorando di Las Vegas: forse questo diventa possibile appena smetti di aspettarti di visitare una città come le altre e inizi a capire che non c’è niente al mondo che possa assomigliarle almeno un po’.
Qui siamo nella zona degli alberghi più famosi, entriamo ad ammirare il sontuoso soffitto del Venetian,ci fermiamo davanti al Mirage per una foto, e prendiamo nota degli orari del famoso vulcano (Eh, già, qui si esibiscono pure i vulcani!).Entriamo nel lusso del Bellagio, facciamo un salto a Parigi, giusto per il tempo di una foto.
Stiamo fuori tutta la giornata, girando come trottole, entrando ed uscendo da alberghi e casinò, non ci vogliamo perdere niente.
La serata in giro si conclude davanti al Mirage per guardare la famosa eruzione vulcanica: uno spettacolo che si ripete per tutta la notte a intervalli regolari e che ci incanta con luci, acqua e fiamme altissime.Mentre rientriamo incontriamo facciamo un’altro incontro da film: il tipo col cartello, che predica con il megafono. Ma allora esistono davvero!
Mi rendo conto sempre di più che non c’è niente di esagerato nei film che abbiamo visto finora!
La serata prosegue in albergo, dopo una bella doccia e la cena: Paolo parteciperà al torneo di poker – e vincerà pure, piazzandosi al secondo posto (Quanti possono raccontare di aver vinto un torneo a Las Vegas? )
Io e i ragazzi ci tuffiamo nel dungeon, un’immensa sala giochi per ragazzi nei sotterranei del casinò. Stasera divertimento in puro stile LV per tutti.
La mattina successiva è tempo di partire, ma prima di lasciare la città non possiamo non fermarci a fare una foto ricordo ad uno dei cartelli più famosi del mondo.
E troviamo pure Elvis a salutarci: non è incredibile?
Cara Las Vegas, ci salutiamo, ma solo per qualche giorno. E ora via verso la nostra prossima tappa: il Grand Canyon!
Qui il link al nostro itinerario americano e qui qualcosa di utile per godersi al meglio la città. Enjoy!
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