I leopardi di Moholoholo
Moholoholo, in Sudafrica, è un centro di recupero e di cura per animali selvatici, che spesso rimangono vittime dell’uomo.
Qui si prendono cura di una grande varietà di creature grandi e piccole, lo scopo finale, se possibile, è riportare questi animali nel loro ambiente.
Purtroppo capita fin troppo spesso che si debbano prendere cura di animali che non possono più vivere in libertà. Questo centro nasce per ospitarli e per finanziare cure e ricerca con le visite organizzate e le donazioni.
Questa tappa del nostro viaggio è stata in dubbio fino quasi all’ultimo: il giorno stesso in cui avevamo in programma di vistarlo abbiamo avuto una serie di imprevisti, che però non ci hanno impedito di presentarci puntuali all’inizio della visita guidata.
Le guide ci fanno accomodare in un rustico auditorium all’aperto e presentano il posto con una breve introduzione e la proiezione di diapositive.
Ci facciamo immediatamente un’idea precisa di cosa si trovano di fronte ogni giorno.
Animali feriti gravemente da trappole, o incidenti stradali, o avvelenati, o con ferite da arma da fuoco: un campionario di crudeltà. Alcune foto sono veramente terribili.
Tutti gli animali fotografati però ce l’hanno fatta. Li hanno curati e la maggior parte di loro è stata riportata in libertà nel Kruger.
Altri animali invece arrivano al centro di recupero e non potranno lasciarlo mai: sono animali che sono stati sequestrati a privati, o che provengono da circhi o zoo. Animali selvaggi docili come cagnolini, che non potrebbero sopravvivere nemmeno un giorno nella natura selvaggia. Questi animali vivono qui in grandi recinti ben attrezzati, e costituiscono una fonte di ricchezza per le entrate del centro di recupero.
Finita l’introduzione ci dividono in gruppi e ci presentano gli animali: il primi sono i rapaci. Qui vediamo che nella maggior parte dei casi si tratta di avvoltoi, ma ci sono anche altri uccelli da preda. Molti non sono in grado di volare, perché hanno tarpato loro le ali. Alcuni sono in convalescenza, in attesa di essere rimessi in libertà.
Un bel primo piano di un Southern Ground- Hornbill
Gli avvoltoi sono vittime frequenti dei bracconieri, che li avvelenano in massa per impedir loro di danneggiare le pelli degli animali catturati o per evitare che attirino l’attenzione dei rangers su animali presi in trappola.
Alcuni degli uccelli presenti sono stati cresciuti da persone, hanno un imprinting sbagliato e non sono più in grado di riconoscere i loro simili. Altri hanno riportato menomazioni troppo gravi o sono nati con dei difetti che rendono impossibile la vita in libertà. Tutti sembrano in buona salute, e la guida ci aiuta a fare amicizia con loro.
Alcuni uccelli sono talmente abituati alla compagnia umana che si fanno coccolare con vero piacere.Ci accompagnano poi dai felini e ci presentano una coppia di leoni splendidi. Lui era stato catturato da bracconieri ed è stato “salvato” dalla forestale. Purtroppo l’avevano catturato da cucciolo e non è stato possibile riabituarlo alla vita in natura. E’ tranquillo e fiducioso come un grosso cane, prende il cibo direttamente dalle mani della guida.
La leonessa invece è vittima un laccio, una trappola crudele che le ha danneggiato seriamente una mandibola e che l’ha resa invalida. Sono animali splendidi, e anche se sono destinati a non essere più liberi non sembra che vivano male.
I leopardi invece provengono dallo zoo di Pretoria. Sono in due, hanno una trentina d’anni. Uno dei due è piccolo, si comporta in modo strano: è nato allo zoo e l’hanno alimentato in modo sbagliato, con carni bianche invece della carne rossa. La dieta sbagliata gli ha provocato il nanismo ed uno sviluppo neurologico difettoso. E’ un leopardo disabile, ma almeno qui può vivere i suoi ultimi anni in uno spazio adeguato e con le cure giuste.
L’altro è un animale splendido, che arriva di corsa appena la guida lo chiama. E’ affettuoso come un gattone, e si arrampica con entusiasmo a cercare i pezzi di carne che la guida gli lancia in alto, sui rami di un albero. Bellissimo, ma completamente domestico. Qui però sembra vivere bene, senz’altro questo è meglio di uno zoo.
Passiamo agli altri animali: un chiassoso gruppo di wild dogs in convalescenza quasi pronti a tornare in libertà, un ghepardo diffidente che abbiamo potuto ammirare solo da lontano, un grazioso Serval, acciambellato nell’erba, come il nostro micio di casa. Grazie al lavoro condotto in questo centro sono stati reintrodotti in libertà dei serval, specie estinta da più di ottant’anni nel Kruger.
In recinti speciali, delle vere e proprie palestre per la riabilitazione, c’erano dei paffuti Honey Badger in convalescenza. Su uno si vedeva ancora il segno del laccio che l’aveva intrappolato. Anche loro stavano riabituandosi a vivere in natura, con un po’ di fortuna sarebbero tornati presto in libertà.
Il parco in cui si trova il centro poi pullula di animali liberi, avvoltoi e rapaci di ogni genere, piccole antilopi timide, roditori cicciottelli che dormicchiano sulle rocce: è un posto davvero speciale!
Per maggiori informazioni, per prenotare una visita o un soggiorno questo è il link del centro : Moholoholo
Qui il nostro itinerario in Sudafrica, e qui qualche consiglio per organizzare un viaggio low cost.
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