Le cave del marmo di Michelangelo
Le cave di marmo più famose del mondo si trovano a Carrara, sulle Alpi Apuane.
Per una fortunata coincidenza geologica infatti qui si trova uno dei marmi più pregiati del mondo, il marmo bianco di Carrara. Conosciuto fin dall’antichità, e attualmente esportato in tutto il mondo è un materiale raro e molto apprezzato.
La meta della nostra gita di oggi è il bacino di Fantiscritti (Carrara), nel cuore delle Apuane, dove esiste un tour operator – Marmo tour – che permette di visitare le cave ancora in attività.
Raggiungiamo quindi Carrara e poi ci arrampichiamo – in macchina – su per le montagne che circondano la città. Ci sono cave ovunque, le montagne sono piene di buchi e la pietra bianca brilla sotto al sole, quasi come neve fuori stagione.
“Nelle fauci del mostro” |
Per raggiungere la nostra meta dobbiamo attraversare diverse gallerie, e ad un certo punto lungo la strada ci imbattiamo in una coppia a piedi che richiama la nostra attenzione. Ci fermiamo e loro ci propongono una visita guidata in fuoristrada in una cava a poca distanza. Ci consultiamo brevemente e accettiamo l’offerta, in pochi minuti siamo tutti e quattro in fuoristrada a risalire la strada ripidissima che porta alla cava.
Sembra un giocattolo ma è enorme! |
La nostra guida – uno uomo di mezza età bruciato dal sole – ci parla della cava che andremo a vedere e ci fa notare che quella stessa strada che noi risaliamo a fatica è il luogo di lavoro degli autotrasportatori che salgono e scendono dalle montagne per trasportare giganteschi pezzi di marmo. Alcune curve sono così strette che bisogna fare manovra per girare, e a protezione dallo strapiombo ci sono blocchi di pietra, che forse garantiscono una maggiore protezione in caso di sbandata.
Scorie? No, dentifricio! |
Non possiamo fare a meno di notare delle montagne altissime di sassi, pensiamo che siano scarti di lavorazione e invece la nostra guida ci stupisce: quelle scorie sono una delle maggiori fonti di reddito delle attività di estrazione. Tutto quel marmo…andrà a finire nel dentifricio! Viene lavorato tritandolo in una polvere finissima che viene utilizzata nella produzione di pasta dentifricia.
La guida ci spiega che all’attuale ritmo di estrazione molte cave saranno esaurite nel giro di 10 anni, in particolare la cava che stiamo visitando ha una vita utile prevista di soli due anni.
Un pezzo appena tagliato, in attesa di essere trasportato fuori dal bacino |
Quando le cave già attive saranno esaurite sarà il momento di sfruttare altri bacini. In particolare ci indica una montagna dritta davanti a noi e dice che quella tra cinquanta anni non esisterà più, è una delle ultime riserve di marmo pregiato.
Ci avviamo a piedi verso la zona di estrazione, camminando su una finissima polvere bianca che in breve ci ricopre, più sottile del talco.
In una delle fasi della lavorazione si fanno buchi per far passare il filo diamantato, che taglierà il pezzo |
In una cava si lavora dall’alto verso il basso, creando dei profondi pozzi verticali.
La guida ci mostra i macchinari e ci spiega in modo dettagliato i procedimenti di taglio ed estrazione. Sembra tutto molto semplice, fino a quando non ci si sofferma ad osservare l’enormità del lavoro fatto.
La traccia di un carotaggio sembra una scultura |
Ci fa vedere un blocco al quale stavano la lavorando solo fino a poche ore prima: enorme, grande come una casa. Lo hanno staccato dalla parete e lo hanno preparato per essere tagliato in pezzi regolari. Quel marmo andrà a Dubai e diventerà una serie di vasche da bagno per un resort di lusso. Valore della pietra prima della lavorazione: due milioni di euro.
Eccola qui: la montagna di soldi |
Lo contempliamo dall’alto, molto colpiti.
La visita delle cave di marmo di Carrara prosegue, possiamo avvicinarci ai mezzi di lavoro: visti da vicino sono veramente imponenti, e camminando nella fanghiglia bianca non resistiamo alla tentazione di infilare le mani nelle pozzanghere, per sentire che effetto fa la polvere di marmo fra le mani. In breve tempo siamo tutti e tre con le mani in acqua, a sollevare questa polvere soffice e quasi impalpabile, una sensazione davvero piacevole.
La soffice polvere di marmo, una sensazione inaspettata |
La visita continua e dopo aver visto e toccato con mano i carotaggi ed i tagli la nostra guida si siede a terra e tira fuori dalla tasca una bottiglietta d’acqua. La versa e come per magia appare il pavimento di una cattedrale.
Il marmo delle cattedrali |
Si, proprio quello: lui ci spiega che in quella parte della cava il marmo non è bianco puro, tende più al grigio chiarissimo ed ha delle venature causate da vari minerali. Quella è la pietra che tengono da parte per il Vaticano. E’ il solito marmo di cui sono fatti i pavimenti delle antiche chiese e capita di frequente che venga richiesto per fare lavori di restauro.
Fino a pochi anni fa non valeva niente, adesso è ricercatissimo.
Il marmo “sonoro” |
La visita alle cave di marmo si conclude con un’esperienza inaspettata: l’ascolto del marmo.
E chi se l’aspettava che il marmo risuonasse? La nostra guida ci fa avvicinare ad uno dei blocchi pronti per Dubai e ci invita ad accostare l’orecchio alla pietra liscia. Poi con un oggetto metallico colpisce l’enorme blocco e noi possiamo sentire distintamente un rumore molto simile ai rintocchi di una campana, che viene direttamente dalla profondità della pietra.
Il marmo di Carrara ha una densità molto particolare che lo rende adatto a condurre il suono, a Paolo vengono subito in mente le sculture sonore che abbiamo visto – e suonato – tanti anni fa a Parigi.
Saliamo sul fuoristrada pieni di meraviglia (e di polvere) e ci avviamo verso la seconda parte della visita.
Dal Paradiso – il lavoro all’aperto in cava – scendiamo all’Inferno, al lavoro in galleria.
L’inferno – la cava in galleria |
Qui tutto cambia, il buio e l’odore di gas di scarico ci fanno capire immediatamente perché questo sia l’inferno.
In galleria il processo si estrazione cambia, e servono molto più calcoli per decidere dove tagliare.
La guida ci mostra un unico grande pilastro che sostiene tutta la galleria e ci spiega che quello che vediamo è il solito marmo candido che abbiamo visto al paradiso. Questo però è annerito dai gas di scarico delle macchine e dei mezzi per la lavorazione.
Vediamo anche una larga spaccatura scura, un “tumore del marmo” : queste anomalie rendono pericoloso il taglio. All’interno di queste fenditure si possono trovare minerali di vario genere, anche preziosi, e i collezionisti fanno la fila per poterli estrarre.
E chi lo immaginava che le nostre montagne nascondessero tutte queste meraviglie?
Ti piacciono cave e miniere? Allora non ti perdere la visita all’Antro del Corchia (LU)
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