La Valletta, piccola ma soprendente
Questo è quello che si trova sulle guide, una descrizione stringata, poco coinvolgente, poche righe che la fanno sembrare una città come tante. Beh, non lo è affatto!
Nella nostra mini vacanza a Malta abbiamo naturalmente previsto del tempo per la visita della città , ed ho scoperto con stupore che nonostante le dimensioni ridottissime per vederla davvero bene servirebbero almeno due giorni pieni.
Come si fa a concentrare in un solo giorno la vista dai Barrakka gardens, la co-cattedrale di San Giovanni, la Lascaris War room, la saluting battery…abbiamo visto solo metà delle cose che varrebbe la pena visitare!
Procediamo con ordine:
1) una visita a La Valletta va un po’ preparata, perchè molti dei luoghi che vale la pena visitare hanno orari insoliti e limitati, e si rischia di perdersi qualcosa.
2) la città è piccola ma è piena di punti di interesse, anche molto nascosti, quindi è necessario documentarsi un po’ per non correre il rischio di farsi sfuggire qualcosa di interessante.
All’uscita facciamo una bella passeggiata nel centro storico, ricollegando quello che abbiamo appena visto ai palazzi e alle strade che abbiamo sotto agli occhi. Adesso è tutto molto più interessante.
Per parlare di questa attrazione devo fare un brevissimo riassunto di storia recente.
Malta, durante la seconda guerra mondiale era britannica e per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo ha avuto un ruolo centralissimo nella progettazione e nell’esecuzione dell’Operazione Husky, ovvero lo sbarco in Sicilia, il 10 luglio 1943.
La Valletta costituiva il punto nevralgico dell’organizzazione, e per consentire agli alleati di progettare l’assalto venne realizzato un complesso di stanze segretissime e super fortificate nel sottosuolo della città , a oltre 70 metri d profondità .Â
Queste stanze non hanno subito modifiche nel corso di questi decenni dall’ultima guerra, ed è possibile fare una visita guidata estremamente coinvolgente, che dà l’impressione di essere in un film di guerra americano.
La guida ci ha raccontato dei bombardamenti quotidiani, delle navi affondate, dell’assedio e dei raid aerei.
Il tempo della visita passa in fretta, e quando usciamo c’è giusto il tempo per l’ultima tappa, la Concattedrale di San Giovanni. L’esterno della chiesa è molto semplice, quasi banale, l’interno ci sorprende.Â
Luccichii d’oro ovunque, superfici minuziosamente decorate, pavimenti meravigliosamente intarsiati: mi avevano detto che era bella ma non immaginavo una simile magnificenza.
La chiesa dell’ordine dei cavalieri, intitolata proprio a San Giovanni, non poteva essere altro che magnifica.Â
Ogni gran maestro ha apportato modifiche e provveduto a nuove decorazioni, creando una delle maggiori espressioni artistiche del periodo barocco.
Sull’altare non si può fare a meno di notare una riproduzione dorata di un falcone maltese a grandezza naturale: un simbolo del pagamento simbolico all’imperatore per il dono dell’isola di Malta.
Tra i capolavori conservati in questa cattedrale spicca per importanza un’opera di Caravaggio: La decollazione di San Giovanni Battista, un drammatico dipinto su tela di grandi dimensioni conservato nell’oratorio.
Usciamo che è già quasi notte, e riattraversiamo la città illuminata dalle luci natalizie.
La serata prosegue a Cospicua, dove sono in programma i fuochi d’artificio per la festa patronale.
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