Quando ero piccola avevo in casa un’enciclopedia illustrata, con pesantissime pagine patinate piene di foto di animali, piante e paesaggi.
Ricordo che la sfogliavo spesso e mi immaginavo di creare mondi nuovi, pieni degli animali che vedevo raffigurati e di posti belli come quelli delle foto. Â
Una delle mie pagine preferite raffigurava proprio il Grand Canyon e ricordo che mi immaginavo di sdraiarmi a pancia sotto e di affacciarmi all’abisso.
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Tribù che chiamano il canyon “casa” |
Per molto tempo ho pensato che fosse uno di quei sogni destinati a restare tali, e quando si è presentata l’occasione di visitarlo davvero ho avuto quasi paura.
Temevo che non fosse all’altezza delle mie aspettative, che avrei perso la magia che ha sempre accompagnato questo posto. Oh, beh, fortunatamente mi sbagliavo!!
Quando siamo arrivati per dare la prima occhiata era quasi l’ora del tramonto.Â
Entrando nel parco non si ha davvero la minima idea di cosa ci aspetti, c’è una bella foresta fitta e scura e il classico centro visitatori.
Ci avviamo verso il più famoso dei punti di osservazione, il Mather Point, subito dietro al centro visitatori e ancora non si intuisce niente della meraviglia che stiamo per vedere.
Una breve salita, una svolta ed ecco l’incanto. Â
Un paesaggio grandioso, emozionante. Non siamo riusciti a fare una foto che renda l’idea della sua bellezza fuori dagli schemi. Ancora adesso che ci ripenso per raccontarlo risento l’emozione che ho provato.
Si dice che le pareti del Grand Canyon siano come le pagine di un grande libro di storia: il fiume Colorado ha scavato in profondità queste rocce ed ha portato alla luce quasi due miliardi di anni di storia della terra. Qui siamo in presenza di una natura così grandiosa ed antica che sfugge alla nostra comprensione.Â
Ci sediamo su un masso, in silenzio. Anche i ragazzi sono ammutoliti (Incredibile ma vero), questo paesaggio intimidisce.
Molto sotto di noi osserviamo il volo di grandi uccelli scuri, e lo sguardo si perde nel susseguirsi di valli e creste, nei colori sgargianti delle pietre illuminate dal tramonto.
Lontano laggiù sul fondo scorre il fiume Colorado, da certi punti possiamo vederlo e sembra così piccolo che non pare possibile che tutto questo sia opera sua.Â
Il sole è quasi tramontato e il paesaggio continua a cambiare. E’ quasi ora di rientrare a Tusayan, mi riempio un’ultima volta gli occhi di questo tramonto. Domani mattina torneremo per la visita vera e propria, ma questo tramonto è un tesoro che porterò sempre nel cuore.
Per programmare la visita consultare sempre il sito del parco dove si trovano indicazioni ed avvisi in tempo reale.
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