Voglio premettere che ho un profondo rispetto per le tradizioni popolari anche se alcune mi restano incomprensibili e indigeste. La corrida è una di queste.
Il nostro viaggio nelle città della Spagna ci ha dato l’opportunità di approfondire questo tipo di manifestazione che continua a restare tanto diffusa in tutte le città spagnole.
Chiaramente non abbiamo assistito ad una corrida conoscendo gli aspetti truci e drammatici della cosa, ma a Sevilla (Siviglia) non ci siamo lasciati sfuggire l’opportunità di fare una visita guidata per capire se il nostro pensiero è fatto solo di pregiudizi o se c’è altro dietro (prova di coraggio, forza, audacia). Quando una cosa non la conosci non puoi neanche criticarla con cognizione di causa.
Dopo quello che ci hanno raccontato ho pensato a come potrebbe essere la vita del toro, da quando inizia l’addestramento nell’allevamento al combattimento nell’arena.
Così ho pensato ad uno scambio di lettere tra lui e la sua mamma. <Cara mamma, oggi sono arrivato all’allevamento. Ho conosciuto tanti torelli come me che sono qui per imparare. Sembrano simpatici.>
<Bravo piccolo>
<Cara mamma, in questi giorni ci hanno fatto pascolare e correre, correre e pascolare. Non mi lamento ma mi manchi tanto>
<Anche a me manchi tanto, ometto mio>
<Cara mamma, da tempo ci fanno correre, fare esercizi e mangiare per irrobustirci. Vedessi che muscoli che ho. Non ho molto tempo per vedere i miei amici ma voglio essere il più bravo, per non deluderti.>
<Lo sai che non puoi deludermi, ragazzo mio>
<Cara mamma, non ci crederai mai. Sono stato scelto. Oggi potrò dimostrarti che i molti sacrifici che ho fatto (e che hai fatto) sono serviti a farmi diventare il migliore. Sarò famoso e potrò portarti a stare in un posto migliore. Sarai orgogliosa di me, te lo giuro!>
<Ma io sono già orgogliosa di te, tesoro mio>
<Cara mamma, è stata una cosa allucinante. Non me lo aspettavo ma ho vinto ugualmente. Sono il migliore. Il più bravo. Ma ho avuto molta paura. Mi hanno fatto entrare in una piazza circolare che chiamano arena, con migliaia di umani seduti tutto intorno che urlavano e mi insultavano. Io mi sono messo a correre per far vedere quanto ero forte e veloce, pensando che poi dovesse entrare qualche mio compagno e vedere chi lo era di più. Ma non c’erano uscite, i miei amici non arrivavano ed ero solo; ed ho capito che non era quello che mi aspettavo. Poi hanno iniziato. Sono entrati alcuni umani a cavallo (picadores) che, senza che gli avessi fatto nulla, hanno cominciato ad infilzarmi sotto al collo con le loro lance. Che dolore!!! Ho cercato con tutte le forze di difendermi ed incornarli, ma sono scappati aiutati da altri umani a piedi (peones) che con dei teli colorati mi hanno distratto. Speravo fosse finita quando entrano altri tre umani (banderilleros) che mi hanno infilzato sulla schiena con sei arpioni. Le forze mi vengono meno ma io sono forte, sono il migliore, e voglio renderti orgogliosa di me. Ed è a questo punto che entra Lui (torero), l’umano che tutti acclamano. Capisco che è il protagonista. E’ per Lui che mi hanno conciato in questo modo. Sfinito e distrutto gli faccio vedere di che stoffa sono fatto. Per me e per te mamma. Trovo la forza di sollevare le corna (i colpi di picca mi hanno lacerato i muscoli del collo ed alzare la testa è quasi impossibile) e … VINTO! Ho vinto. L’umano non si alza più. Tutti sono spaventati mentre io, dolorante ma orgoglioso, li guardo dall’alto in basso. Io ho VINTO e loro hanno perso.>
Questa ultima lettera la mamma del toro non riuscirà mai a leggerla ed il motivo è che la mamma del toro è stata ammazzata. Proprio così.
Quando è il torero a vincere, a lui onori e gloria, mentre il toro esce dall’arena morto.
Quando è il toro a vincere uccidendo il torero, parte la “spedizione punitiva” in puro stile malavitoso, vanno dalla mamma del toro e la fanno fuori (per scaramanzia, dicono loro).
Il mio giudizio sulla corrida? Potete immaginarlo.
Dice la guida che il pezzo forte della collezione del museo è questo quadro, che ritrae il primo torero ucciso nell’arena di Sevilla.
L’immancabile Wikipedia racconta le regole della corrida. 37.3890924-5.9844589
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