Il primo viaggio in tre, come dice la nota pubblicità, non ha prezzo!!!
Era il gennaio del 2005 e nostro figlio Alessandro aveva 14 mesi.
La nostra destinazione doveva essere un’isola delle Maldive, ma a causa dello spaventoso tsunami del 26 dicembre 2004 che devastò l’oceano Indiano ci trovammo a dover scegliere se partire comunque per Bathala o cambiare zona.
In preda a dubbi sulla situazione organizzativa e sanitaria delle Maldive, colpite duramente dallo tsunami, decidemmo di modificare la nostra prenotazione.
La scelta cadde su Mahè, l’isola maggiore dell’arcipelago delle Seychelles.
L’arrivo al Plantation Club Resort
Con il primo viaggio in tre iniziammo un’avventura meravigliosa con un pizzico di incoscienza.
Otto ore di volo con un bambino piccolo, in una località in cui nessuno (tranne noi) parla una parola di italiano e noi che parliamo un pessimo inglese.
Aggiungo anche che per Alessandro era pure il battesimo del volo e quindi non avevamo la più pallida idea di come si sarebbe comportato. Da qualche parte bisognava pur iniziare, no?
Nella programmazione del viaggio siamo andati un po’ a caso, preferendo un viaggio notturno nella speranza di far addormentare Alessandro in tempi brevi. In agenzia ci hanno suggerito anche il basket (la culla in aereo) aiutandoci a prenotarlo. Alessandro era fuori taglia ma una volta addormentato si è fatto la sua bella nottata di sonno nella culla, con i piedini fuori.
Ciuccio al momento del decollo e dell’atterraggio – su consiglio del pediatra.
Il suo primo volo è filato via liscio come l’olio, in barba a tutte le previsioni terribili che ci avevano fatto.
La spiaggia di Baie Lazare
Diventando genitori è cambiato molto il nostro modo di affrontare le cose. Abbiamo sentito il bisogno di essere pronti a tutto. C’è voluta una buona dose di coraggio per partire la prima volta, con una valigia intera solo per lui – fra pappe, pannolini e una farmacia intera (perché non si sa cosa si trova, giusto?).
Alessandro ha dimostrato il suo buon carattere in ogni occasione, senza scomporsi né per la durata del viaggio né per il cambiamento di fuso orario.
E per le pappe? Ha avuto uno svezzamento lunghissimo, quindi siamo partiti ben equipaggiati. Piastra elettrica, pentolino, omogeneizzati e liofilizzati. In camera avevamo attrezzato una piccola postazione per cucinare.
Per prima cosa facevamo mangiare lui e poi andavamo al ristorante della struttura dove le cameriere ci spupazzavano “Big Boy”, così lo chiamavano, per darci modo di pranzare tranquillamente. Tutto sotto controllo!
Non sono mancate nemmeno le escursioni a piedi, nello zaino, con
passeggino e macchina a noleggio, sempre in allegria e rispettando al massimo i suoi orari per pasti e riposini.
Nella nostra cerchia di amicizie eravamo praticamente dei “pionieri” dei viaggi con bimbi piccoli e pure i nonni hanno provato a metterci i bastoni fra le ruote.
Isolati e senza scambi con altre famiglie come noi ci siamo sentiti anche pazzi, incoscienti ed egoisti, ma fortunatamente ha vinto la voglia di tornare a viaggiare.
Ci siamo resi conto da subito che non è affatto difficile: richiede solo un minimo di programmazione in più.
Vi parlo di 12 anni fa. Adesso le cose sono completamente cambiate, grazie anche a siti come Bimbi e Viaggi dove i neo genitori trovano tutte le informazioni più utili. Cosa ancora più preziosa trovano supporto ed esperienze vere, partendo magari più leggeri in cuore e con meno dubbi. E’ vero. Viaggiando con bimbi piccoli cambia necessariamente il ritmo e lo stile di viaggio ma loro sono ottimi compagni di avventure!
Che altro dire? Il nostro primo viaggio in tre è stato un successo e da allora non ci siamo più fermati!
Qualche informazione utile per programmare un viaggio la trovate sul sito dell’ente del turismo. Noi ci siamo affidati ad un tour operator ma le Seychelles sono una meta molto facile anche per un viaggio fai da te.
Prima o poi ci torneremo. Sono troppe le cose che non abbiamo visto.
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una meraviglia!
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